La linea d’oro – Imprenditorialità nello storytelling: padroneggiare l’arte dello storytelling per ispirare e coinvolgere

La linea d’oro – Imprenditorialità nello storytelling: padroneggiare l’arte dello storytelling per ispirare e coinvolgere
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PA volte, per convincere e dare senso a ciò che diciamo, o vendiamo (idea, prodotto, teoria, ecc.), è meglio raccontare una bella storia piuttosto che impantanarsi in infinite spiegazioni soporifere.

Tutti amano le storie, non solo i bambini. Per convincere un finanziatore a finanziare la tua PMI o start-up, può essere utile raccontare una storia ricca di colpi di scena, che catturi il tuo interlocutore, lo prenda per mano e lo guidi verso il tuo obiettivo di comunicazione.

Lo “storytelling”, ovvero l’arte di raccontare una storia, ha raggiunto il suo apice negli Stati Uniti, dove anche per presentare un progetto scientifico all’avanguardia sembra necessario il talento oratorio.

Anche se non sai nulla di esplorazione spaziale, è probabile che il nome dell’astronauta francese Thomas Pesquet ti suoni qualcosa. I suoi interventi sui diversi media contribuiscono notevolmente alla divulgazione della cultura scientifica e alla sensibilizzazione sui problemi del nostro pianeta. “A bordo della ISS, siamo protetti da uno schermo che ci protegge da tutto: vuoto, temperature estreme, radiazioni… Sulla Terra è lo stesso, tranne che la sua schermatura, l’atmosfera, è infinitamente più sottile e questa pellicola sottile contiene tutta la vita che abbiamo mai visto entro milioni di anni luce, quindi vale la pena mantenerlo. Non abbiamo una soluzione alternativa”, ha detto dopo la sua permanenza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Più in generale qualsiasi discorso può essere favorevole (non è ovviamente automatico), all’uso dello storytelling, infatti, la storia che racconti, preparata in anticipo e soprattutto non improvvisata, deve avere un impatto sul tuo pubblico e supportare il tuo finale obiettivo di comunicazione (convincere, ottenere sostegno, mobilitare, sensibilizzare, ecc.).

Per convincere e mobilitare, è meglio avere un lieto fine nella propria storia che non deve in nessun caso provocare ansia. Thomas Pesquet, ad esempio, avrebbe potuto ricordare l’emergenza climatica ed ecologica, ma ha giustamente preferito usare termini positivi.

Markus Buehler, professore al MIT e, oltretutto, ottimo oratore e narratore, ha affermato: “Una buona narrazione porta le persone da un contesto che gli è familiare a concetti che gli sono completamente sconosciuti”.

In generale, una storia dovrebbe avere un protagonista principale, una trama, emozioni e generalmente un lieto fine. Il pubblico deve potersi identificare con la storia. È anche importante che ci sia un filo conduttore che conduca l’ascoltatore verso i nostri obiettivi. Ancora una volta lo storytelling è un esercizio che deve essere strettamente legato all’obiettivo finale dell’intervento.

Jean de La Fontaine, che ha cullato la nostra giovinezza con le sue favole, diceva: “Una morale nuda porta la noia; il racconto porta con sé il precetto”.

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