Guerra a Gaza: Hamas dice che sta studiando l’offerta di tregua con “spirito positivo”

Guerra a Gaza: Hamas dice che sta studiando l’offerta di tregua con “spirito positivo”
Guerra a Gaza: Hamas dice che sta studiando l’offerta di tregua con “spirito positivo”
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Anche se il termine è scaduto, la proposta è ancora sul tavolo. In una conversazione telefonica con il capo dell’intelligence egiziana, il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha detto che sta studiando con “spirito positivo” l’ultima offerta di una tregua di 40 giorni, associata al rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza.

Durante questa intervista, Ismaïl Haniyeh “ha confermato” che una delegazione del movimento si recherà “a breve” in Egitto per completare le recenti discussioni in vista di un possibile accordo che “soddisfa le richieste del nostro popolo” e “metta fine alle aggressioni”. .”

Il leader di Hamas, il cui movimento è considerato un’organizzazione terroristica da Israele e Stati Uniti, ha parlato anche con il ministro degli Esteri del Qatar, al quale ha ribadito il desiderio di “raggiungere un accordo”. Questi commenti contrastano con quelli di un leader del movimento che il giorno prima aveva parlato di una posizione attualmente “negativa” di Hamas riguardo a questi negoziati.

Scioperi a Rafah e un ostaggio morto

Hamas, che ha preso il potere a Gaza nel 2007, mantiene le sue richieste, prima fra tutte un cessate il fuoco permanente, che Israele ha sempre rifiutato. Da parte sua, il primo ministro israeliano ribadisce che ci sarà un’offensiva di terra a Rafah “con o senza” un accordo di tregua. Questo è qualcosa che molte capitali e organizzazioni umanitarie vogliono evitare a tutti i costi, temendo pesanti perdite civili in assenza di un piano ritenuto credibile per proteggere la popolazione.

Mentre i paesi mediatori (Qatar, Egitto, Stati Uniti) attendono la risposta di Hamas a questa nuova proposta, fonti mediche nella Striscia di Gaza hanno riferito di attacchi israeliani nel settore di Rafah (sud) questo venerdì.

E Israele ha annunciato la morte di uno degli ostaggi israeliani a Gaza, Dror Or, residente nel Kibbutz Be’eri, i cui due figli, rapiti anche loro il 7 ottobre da Hamas, erano stati rilasciati alla fine di novembre nell’ambito di una prima tregua, che ha permesso il rilascio di 105 ostaggi contro 240 palestinesi detenuti da Israele. Da allora numerosi tentativi di mediazione non hanno avuto successo.

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