Per restare nei club di Caladois, gli atleti fanno il fai da te

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Per contrastare questa fuga di talenti dalla regione del Beaujolais, i club spesso competono in termini di ingegno. Grazie al lavoro dei responsabili, alla generosità dei volontari e alla motivazione degli atleti, le associazioni trovano soluzioni.

“È ancora fai-da-te” crede ancora a Steve Bei. In effetti, queste parate per trattenere gli atleti spesso assomigliano più al sistema D che a un vero e proprio programma.

Tuttavia, i club si accontentano, come nel caso del Cercle sportivo di Villefranche (CSV) che ogni martedì e giovedì preleva i suoi giocatori di rugby dal sito di Doua in minibus, li porta all’Escale per gli allenamenti e li porta giù la sera stessa. Una situazione che funziona solo grazie al coinvolgimento dei volontari che ogni settimana suonano i taxi.

“Anche se abbiamo avuto l’aiuto delle comunità e della Regione, dovevamo trovare una soluzione da soli. Non ci piaceva vedere tutti questi giovani partire per Lione e unirsi ad altri club”.precisa il vicepresidente del CSV Alain Husson.

Per la Natation Villefranche Beaujolais (NVB), i corsi a distanza sono un’opzione possibile dal 2024. Solo i nuotatori iscritti agli elenchi ministeriali hanno potuto firmare una partnership con l’Università di Grenoble per seguire i loro corsi. È una situazione difficile perché rimane meno impattante che dal vivo e quindi bisogna restare molto seri oltre all’allenamento. Ne ho diversi che hanno già abbandonato gli studi.”sussurra l’allenatore.

In ogni caso, secondo l’allenatore resta molto difficile in Francia riuscire a realizzare un doppio progetto indipendentemente dalla regione di residenza. “Il problema non è legato solo a Calade ma proprio al nostro sistema francese”insiste.

“L’appartamento era diventato una palestra”

C’è anche chi, per mancanza di soluzioni ma grazie alla motivazione, continua a difendere il livello dei propri club. Eddy Colas e alcuni suoi compagni hanno deciso di fare la spola tra Lione e il club di canottaggio per continuare a rappresentare l’AUNV.

Logistica complicata da mettere in atto, soprattutto per un tuo compagno di allenamento che non ha ancora la patente. “Va avanti e indietro in treno quasi tutti i giorni per raggiungere il club, cerco di portarlo in carpool il più possibile ma rimane molto complicato” lui scivola.

Durante questi studi, il giovane ricorda addirittura di aver ricevuto in prestito un ergometro dalla sua società per allenarsi da casa. “L’appartamento era diventato una palestra. Ci incontravamo a casa mia e facevamo canottaggio, allenamenti a casa, ma il canottaggio è uno sport tecnico quindi non bastava”. espone l’atleta.

Il vogatore dell’AUNV Eddy Colas era riuscito a allestire una piccola installazione per continuare ad allenarsi mentre era a Lione. ©Eddy Colas

Ogni fine settimana tornava nel Beaujolais per tre giorni di lavoro sull’acqua. Anche se queste soluzioni permettono di conservare qualche pepita all’interno delle associazioni, “sono lungi dall’essere ottimali per le prestazioni”sottolinea il vogatore.

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