INEDITO. Jean-Luc è stato preso in ostaggio nell’Hypercacher durante l’attacco terroristico: “Ero il suo servitore”

Olivier Delacroix va a incontrare Jean-Luc. La vita di questo padre è stata sconvolta il 9 gennaio 2015, durante l’attacco terroristico all’Hypercacher de la Porte de Vincennes. Ha accettato di raccontare la sua storia in questo episodio del podcast “Dans les yeux d’Olivier” prodotto da Europe 1 Studio. Jean-Luc lavorava da 6 mesi come magazziniere nel supermercato iper-cacher della Porte de Vincennes quando, alle 13:45, risuonarono degli spari all’interno del negozio. Jean-Luc si rifugia allora sul retro dell’edificio e rimane a terra per diversi minuti. L’aggressore è Amedy Coulibaly, complice dei fratelli Kouachi responsabili della strage di Charlie Hebdo due giorni prima. Dopo lunghi minuti di uccisione, il terrorista prende in ostaggio i sopravvissuti. E incarica Jean-Luc di esigere che gli renda diversi servizi. Per quattro ore, i 17 ostaggi, compreso Jean-Luc, rimasero terrorizzati e assistettero a diverse scene dell’orrore. La polizia decide di agire e lanciare l’assalto. Il terrorista viene ucciso dalla polizia e gli ostaggi vengono finalmente liberati. Oggi Jean-Luc deve affrontare ciò che ha vissuto. Dopo l’aggressione il padre soffre di ansia, problemi di udito e di concentrazione. Per cercare di far fronte a questo trauma, Jean-Luc prende lezioni di Krav-Maga (un metodo di combattimento che enfatizza le tecniche di autodifesa). Per sentirsi più sicuro, il figlio di Jean-Luc, anch’egli di fede ebraica, ha deciso di lasciare la Francia. Ma per Jean-Luc, che conosce molto bene il suo paese, questa opzione non è possibile.