la morte di Ayrton Senna di Philippe Brunel

la morte di Ayrton Senna di Philippe Brunel
la morte di Ayrton Senna di Philippe Brunel
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Ci sono momenti che non possiamo cancellare dalla nostra memoria. Quando pensiamo a certe date, un luogo, un gesto, un sentimento nasce dal nulla e ci attraversa in una frazione di secondo. La morte di Ayrton Senna ha fatto questo effetto a chiunque abbia l’età per capire cosa stava accadendo domenica 1 maggio 1994, all’uscita della curva Tamburello del circuito di Imola. Philippe Brunel, allora in zona per un servizio su Enzo Ferrari, era in prima linea in quella che definisce una “Dramma shakespeariano”. Dall’albergo del pilota il giorno prima dell’incidente alla stanza d’ospedale dove Senna esalò l’ultimo respiro, lo scrittore fu testimone nascosto di una tragedia che aveva previsto.

Eri a Imola quel famoso fine settimana del 1 maggio 1994…

ho lavorato a L’équipe della rivista e sono andato a Modena a fare un ritratto di Enzo Ferrari. Allo stesso tempo mi sono detto che sarei andato a vedere il Gran Premio di F1, non ne avevo mai visto uno. Non ero lì per seguire la gara alla partenza. C’era un caldo incredibile, ricordo che l’Italia era deserta. Tutti sono sulla costa adriatica. Solo che c’era questa novità dal GP di San Marino.

Che atmosfera si è respirata in questo Gran Premio di San Marino?

C’è stato l’incidente di Roland Ratzenberger, pilota austriaco, morto il giorno prima in qualifica. Ma c’è stato anche un altro pilota, Rubens Barrichello, che venerdì si è ribaltato. Di giorno in giorno succedeva qualcosa. La mattina della partenza c’era un clima morboso, in più c’era questo caldo opprimente. Qualcosa era entrato nelle menti che rendeva tutto pesante. Mi sono detto “Oggi morirà un pilota”. Ho fatto una cosa molto morbosa: sono sceso lungo la griglia di partenza e l’ho risalita pilota per pilota, fissando i loro volti per sapere a chi corrispondesse questa premonizione.

E il tuo sguardo è caduto su Ayrton Senna…

Sono arrivato davanti ad Ayrton Senna, pallido, livido, con il casco appoggiato sull’auto come una maschera funebre. E mi sono detto: “Non dovrebbe iniziare”. Una mano mi ha afferrato e mi ha scaraventato dal cancelletto di partenza. Quando sono tornato in sala stampa, Ayrton Senna era andato dritto contro il muro del Tamburello.

Credi che fosse turbato dagli incidenti dei giorni precedenti?

Quando Ratzenberger morì, Ayrton Senna iniziò a piangere. Sicuramente è la sensibilità dei piloti, si conoscevano. Ma forse aveva già la sensazione che qualcosa non andasse. Probabilmente aveva il presentimento della propria morte. Anche in questo andava veloce.

Aveva anche problemi con…

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