Nel piccolo mondo dell’artigianato del Loir-et-Chérien, lo “scatenarsi” non è passato inosservato. Pochi giorni fa, il presidente della Camera dipartimentale del commercio Stéphane Buret – lui stesso pasticciere e cioccolataio a Blois – ha denunciato sui social network una serie di aumenti che penalizzano i professionisti e riducono i loro margini.
L’ultima novità riguarda il burro, il cui prezzo continua a salire: in questi giorni ha sfiorato gli 8mila euro a tonnellata, quasi il doppio rispetto a quanto praticato appena un anno fa. “L’aumento è vantaggioso per i nostri produttori di latte? » chiede il rappresentante della CMA 41. Non è sicuro: se il prezzo medio del latte ha raggiunto quest’estate i 463 euro la tonnellata, in leggero aumento (+ 2 euro) secondo la Commissione europea, il bonus sembra marginale.
“Stiamo creando carenze”
Il presidente dipartimentale dell’Unione dei mestieri e dell’industria alberghiera, il ristoratore di Solognot Ludovic Poyau, dal canto suo, ha una lettura chiara della situazione. Incrimina un approccio speculativo: secondo lui, i prezzi del burro stanno aumentando a causa di alcuni produttori agroalimentari “congelare il latte estivo” per usarlo più tardi. “Creiamo carenze per far salire i prezzi” lui si scatena.
E se lo osserva nelle cucine “lavoriamo sempre meno il burro”il grasso stellato in questo caso è anche l’olio d’oliva molto più costoso. “Siamo passati da 7€ al litro a 15€”sospira, notando che anche la senape, il sale, la carne di manzo e il pollo ottengono prezzi elevati. “È impossibile trasferire integralmente questi costi sui nostri prezzi, col rischio di allontanare i nostri clienti, il cui potere d’acquisto è penalizzato anche dall’inflazione, nota. Quando i prezzi aumentano, aumenta anche il gettito IVA. Ma a pagare il conto è chi lavora: siamo costretti ad abbassare i nostri margini, mentre lievitano i procedimenti collettivi nel tribunale di commercio. »
Con il timore, nel lungo termine, di una forma di disegno sociale silenzioso ma comunque coerente. “Di questo passo rimarranno solo le grandi aziende o il cibo spazzatura” Il capo Poyau è allarmato.
A nord della Loira, a La Chapelle-Vendômoise, anche il panettiere David Herbault fa un’osservazione preoccupante. Nella sua panetteria il burro è un ingrediente essenziale: rappresenta, ad esempio, un buon quarto della massa di un croissant.
L’energia è ancora cara
Restano però su livelli elevati anche le altre forniture, a cominciare da quella energetica. Nel 2023, il vice tesoriere della federazione dei panettieri del Loir-et-Cher ha interrogato i funzionari eletti e i rappresentanti statali sull’impennata dei prezzi dell’elettricità. Ha poi fatto affidamento sul caso della sua azienda, di fronte ad un aumento che considerava ingiustificato.
Durante un viaggio a Vendômois, appena un anno fa, Olivia Grégoire, allora ministro delegato alle Piccole e medie imprese, al commercio, all’artigianato e al turismo, aveva promesso di risolvere il suo problema.
Quasi 12 mesi dopo, non è più così. “EDF ha riconosciuto che c’era un problema ma la questione è ancora in corso, relazione David Herbault. Sono passato da una bolletta annuale di 10.000€ ad un’aggiunta di 12.000€ al mese! » Anche se da allora ha cambiato contratto, continua a farlo “pagare tre volte di più di prima, garantendo al tempo stesso un risparmio sui consumi. »
In generale “tutto è aumentato” come il cioccolato, osserva, anche in questo caso senza alcun impatto totale sui prezzi praticati alla fine della catena nei negozi. “I margini si stanno riducendo, lavorare 80 ore settimanali per una paga miserabile non è motivante, zuppaire David Herbault. Per i banchieri siamo addirittura diventati una professione rischiosa e ci pensano due volte prima di prestare soldi per acquistare un’impresa. »
Imprese il cui valore è in calo. “Quando ho iniziato, 14 anni fa, i panifici vendevano dal 90 al 110% del fatturato, sottolinea. D’ora in poi chiunque venderà la propria attività per il 60% del fatturato potrà ritenersi fortunato. »
Liquidazioni e rettifiche
> Le statistiche comunicate dal tribunale commerciale di Blois mostrano, nel 2023, nel Loir-et-Cher, 7 liquidazioni giudiziarie di panifici e 5 curatela fallimentare giudiziaria. Dall’inizio del 2024 si sono verificate 4 liquidazioni giudiziali di panifici e 2 collocamenti in amministrazione controllata.
> Nel 2023 2 macellerie sono state poste in amministrazione controllata e 1 è stata liquidata. Nel 2024 3 macellerie sono state sottoposte a liquidazione giudiziale mentre 3 gastronomie sono state poste in amministrazione controllata.
> Nel 2023, per quanto riguarda la ristorazione “tradizionale”, 4 esercizi sono stati riorganizzati, 6 liquidati e 1 è stato sottoposto a procedura di salvaguardia. Nel fast food, nello stesso periodo, si sono verificati 8 avvicendamenti e 5 liquidazioni.
Nel 2024 sono stati liquidati 4 ristoranti “tradizionali” e 4 posti in recupero. E 4 fast food sono stati oggetto di recupero, mentre 3 sono stati liquidati.