Dal 1945, il governatore della Banca di Francia invia ogni anno una lettera al Presidente della Repubblica sulla situazione economica e finanziaria del Paese. Dopo due anni di rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), François Villeroy de Galhau ha confermato il netto calo dell’inflazione, scesa al 2,4% nel marzo 2024 dopo il picco dell’inflazione registrato nel febbraio 2023.
Verso un taglio dei tassi a giugno
Le misure di stretta creditizia hanno permesso di evitare “tra 1 e 2 punti di inflazione” analizza l’istituto. Dal lato della crescita si registra un rallentamento con solo il +0,2% nel primo trimestre ma la recessione è stata evitata. “La crescita dovrebbe rallentare con il calo dei tassi che possiamo aspettarci dalla BCE il prossimo giugno” anticipa Christine Bardinet, direttrice della Banque de France Occitanie. I mercati finanziari contano su tre tagli dei tassi nel 2024. L’istituzione non si avventura in tali previsioni, ma prevede tassi del 2% nel 2026.
25 anni dell’€uro
Quest’anno la Banque de France celebrerà il 25° anniversario dell’€uro, che è stato introdotto scritturalmente (sui conti bancari) nel 1999 mentre le banconote e le monete sono arrivate solo il 1° gennaio 2002. “Dal 1999, l’inflazione si è dimezzata, passando da In media dal 4,4% all’1,9%”, ricorda Christine Bardinet. D’altro canto, il Pil europeo è cresciuto molto più lentamente di quello americano, con una crescita solo del 25% tra il 1999 e il 2023 rispetto al 38% dell’Atlantico.
Nella sua lettera, il governatore lancia l’allarme anche sul livello esorbitante del debito pubblico francese. Il rimborso del debito raggiungerà i 50 miliardi quest’anno e gli 87 miliardi nel 2027, una cifra molto superiore al bilancio nazionale per l’istruzione (63,6 miliardi nel 2024).
