Convocazione di Mathilde Panot per chiedere scusa per il terrorismo: “C’è volontà di silenzio, da parte del potere”, protesta Manuel Bompard

Convocazione di Mathilde Panot per chiedere scusa per il terrorismo: “C’è volontà di silenzio, da parte del potere”, protesta Manuel Bompard
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“Di fronte ad una sfida molto seria alle nostre libertà fondamentali”, Manuel Bompard ha rilanciato l’appello di Mathilde Panot organizzando una manifestazione per la libertà di espressione, martedì 30 aprile. Le accuse contro Mathilde Panot fanno seguito al comunicato stampa pubblicato da La France Insoumise all’indomani dell’attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele. Mentre Jean-Luc Mélenchon è oggetto di una denuncia per insulti pubblici da parte del ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca, Sylvie Retailleau, Manuel Bompard deplora un clima deleterio.

Manuel Bompard denuncia la strumentalizzazione del reato di apologia del terrorismo

“Non è possibile che questo reato di glorificazione del terrorismo venga utilizzato per impedire qualsiasi prospettiva storica di un evento”, spiega Manuel Bompard, che vorrebbe che questo reato fosse “rimosso dal diritto comune”. Per il coordinatore della LFI, la convocazione di Mathilde Panot rientra soprattutto nella “voglia di silenzio da parte del potere politico in carica”. Il deputato ribelle si difende nel merito, ricordando di aver condannato le azioni del 7 ottobre e il loro “modus operandi terroristico”. Inoltre, Manuel Bompard sottolinea il dominio gerarchico del ministro della Giustizia sui pubblici ministeri. Lo ha fatto anche il ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti ha pubblicato una circolare il 10 ottobre per fornire una rapida risposta penale ai “commenti che elogiano gli attacchi di Hamas”. Convocata anche l’attivista franco-palestinese Rima Hassan, settima posizione nella lista della Francia ribelle alle elezioni europee.

“Sono stanco della pigrizia intellettuale del dibattito e del trattamento mediatico”

Anche Manuel Bompard ha reagito con forza alle accuse rivolte a Jean-Luc Mélenchon, mentre Sylvie Retailleau ha annunciato ieri che sporgerà denuncia per ingiurie pubbliche. “Jean-Luc Mélenchon non ha mai paragonato il rettore dell’Università di Lille a un nazista. Ha fatto riferimento all’opera di Hannah Arendt», difende Manuel Bompard. Dopo l’annullamento di un convegno sulla Palestina a Lille, Jean-Luc Mélenchon ha criticato la decisione del rettore dell’Università di Lille, facendo riferimento alle riflessioni di Hannah Arendt sulla “banalità del male” e riprendendo l’evocazione di Adolf Eichmann che diceva obbediva solo alle leggi.

“Sono stanco della pigrizia intellettuale del dibattito e del trattamento mediatico”, continua il coordinatore della LFI. Riguardo alla denuncia che il ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca intende presentare, Manuel Bompard ritiene che Sylvie Retailleau “farebbe meglio a prendersi cura dello stato delle nostre università in Francia piuttosto che fare dichiarazioni folli”. Pur definendo ridicola questa denuncia, Manuel Bompard è allarmato dal declino delle libertà fondamentali e dalla crescente ostilità nei confronti del suo partito.

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