Aumento record dei tagli di energia elettrica e gas

Aumento record dei tagli di energia elettrica e gas
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Il numero di interventi per bollette energetiche non pagate, siano esse interruzioni o limitazioni di potenza, ha raggiunto un traguardo storico nel 2023. Secondo i dati allarmanti pubblicati dal mediatore energetico nazionale, più di un milione di famiglie hanno subito queste sanzioni. Un aumento del 3% rispetto al 2022 e del 49% rispetto al 2019. Di fronte a questa preoccupante situazione di povertà energeticail mediatore rinnova il suo appello a vietare le interruzioni di corrente e a stabilire un “diritto a un minimo di elettricità” per tutto l’anno.

Appello per il “diritto all’elettricità” di fronte all’aumento preoccupante delle interruzioni

Un milione di famiglie senza elettricità né gas nel 2023

L’anno scorso è stato raggiunto un triste record nel settore energetico. Secondo i dati ufficiali del Garante nazionale dell’energia, sono stati ben 1.000.908 gli interventi per fatture non pagate da parte dei fornitori di energia.

Che si tratti di interruzioni totali o limitazioni di energia, questa cifra rappresenta un aumento del +3% rispetto al 2022 e del +49% rispetto al 2019. Dietro queste statistiche si nascondono realtà umane difficili, con intere famiglie private del normale accesso all’elettricità o al riscaldamento.

> Consulta il nostro articolo su: “Scudo dei prezzi dell’energia: aggiornamento per l’edilizia collettiva al 2024”

Netta predominanza delle limitazioni di potenza elettrica

Se i tagli complessivi al gas (87.297 casi) o all’elettricità (178.015) restano troppo numerosi, la tendenza è sempre più verso limitazioni dell’energia elettrica. Nel 2023 ci saranno 735.596 casi di questa pratica, ovvero il 15% in più rispetto al 2022.

> Consulta il nostro articolo su: “Bolletta elettrica non pagata: 60 giorni prima del cut-off”

Questo sviluppo si spiega con un cambiamento nelle pratiche di alcuni fornitori. Ma queste sono anche le conseguenze di normative più severe. Infatti, dal febbraio 2023, sono tenuti a limitare il potere prima di qualsiasi interruzione per i beneficiari dell’assistenza sociale.

Verso un “diritto a una fornitura minima” di energia elettrica?

Di fronte a questa preoccupante situazione di crescente insicurezza energetica, il mediatore energetico nazionale, Olivier CHALLAN BELVAL, rinnova il suo appello a stabilire un “diritto minimo all’elettricità”. Concretamente ciò significherebbe vietare completamente, per tutte le famiglie e per tutto l’anno, i tagli all’elettricità dovuti a fatture non pagate. Al contatore verrebbe invece applicata una semplice limitazione di potenza. Si tratta di una proposta radicale che eviterebbe le tragedie umane legate ai tagli totali.

Lotta alla povertà energetica: altre strade da esplorare

Oltre a questa misura faro, il mediatore avanza nel suo rapporto altre proposte per combattere la povertà energetica:

  • facilitare l’accesso ai regimi di aiuto esistenti come il check energetico,
  • rafforzare il sostegno alle famiglie precarie,
  • o addirittura incoraggiare la sobrietà energetica sono tra le strade menzionate.

Un grave problema sociale e ambientale per gli anni a venire.

Disparità a seconda della regione

Se il fenomeno dei tagli e delle limitazioni riguarda l’intero territorio, alcune regioni sono più colpite di altre. Ciò è particolarmente vero per l’Alta Francia, la Normandia e i Paesi della Loira che presentano i tassi più elevati in rapporto alla loro popolazione. Al contrario, le regioni del quartiere sud-orientale come la Provenza-Alpi-Costa Azzurra o l’Occitania sono relativamente risparmiate. Queste differenze sono in parte spiegate dalle disparità di reddito e dalla povertà energetica tra territori.

Una piaga che colpisce tutte le fasce d’età

Contrariamente a quanto si crede, gli interventi per i debiti non pagati non riguardano solo le famiglie in pensione o le famiglie numerose. Infatti, il 18% delle famiglie colpite sono persone single di età inferiore ai 40 anni, spesso rese precarie dall’aumento del costo della vita. Inoltre, i giovani lavoratori, in fase di inserimento professionale o con lavori precari, vengono spesso trascurati. Tuttavia, costituiscono una parte delle famiglie che vivono in condizioni di povertà energetica.

Il ruolo chiave degli operatori sociali e associativi

Di fronte alla portata del fenomeno, il mediatore sottolinea l’importanza del lavoro sul campo svolto dagli assistenti sociali e dalle associazioni di beneficenza. La loro missione di identificare, sostenere e guidare le famiglie precarie è essenziale. Tuttavia, questi attori in prima linea sono gravemente carenti di risorse umane e finanziarie. Altre priorità sono facilitare i loro interventi e sviluppare partenariati con i fornitori di energia.

Prevenire piuttosto che curare: la sfida del rinnovamento energetico

Infine, il mediatore insiste sulla necessità di agire a monte lottando contro la povertà energetica “sofferta”, legata al degrado delle abitazioni e al loro scarso isolamento. A questo proposito è necessario accelerare i programmi di rinnovamento energetico, rivolgendosi prioritariamente alle famiglie più modeste. Ciò ridurrebbe notevolmente le loro fatture e quindi il rischio di mancato pagamento. Questo approccio preventivo è essenziale. E questo, anche se richiede investimenti pubblici consistenti nel lungo periodo.

Il continuo aumento del numero di interventi per debiti non pagati evidenzia l’urgenza di fornire risposte concrete e durature alla povertà energetica. L’istituzione di un “diritto minimo all’elettricità” è ormai una misura faro. Ma per essere pienamente efficace deve essere accompagnato da altre leve economiche, sociali e ambientali.

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