Cheikh Tidiane Dièye, ministro dell’Idraulica e dei servizi igienico-sanitari: “Fare dell’acqua una risorsa che è un pilastro della trasformazione sistemica del Paese” – Lequotidien

Cheikh Tidiane Dièye, ministro dell’Idraulica e dei servizi igienico-sanitari: “Fare dell’acqua una risorsa che è un pilastro della trasformazione sistemica del Paese” – Lequotidien
Cheikh Tidiane Dièye, ministro dell’Idraulica e dei servizi igienico-sanitari: “Fare dell’acqua una risorsa che è un pilastro della trasformazione sistemica del Paese” – Lequotidien
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Acqua ovunque e acqua per tutti. Acqua in quantità, acqua in qualità. L’acqua, come pilastro della trasformazione sistemica. Tanto lavoro per tutto questo! E lo Stato del Senegal intende bagnarsi…Di Moussa SECK –

“Che ogni senegalese possa accedere alla quantità e alla qualità di quest’acqua di cui ha bisogno e che lo Stato deve fornirgli”. Non vi sia quindi alcuna distinzione in questa distribuzione tra una persona e l’altra, a seconda che viva in aree urbane o cosiddette rurali. In bocca a Cheikh Tidiane Dièye, questa si chiama “equità territoriale”. Per bocca del ministro dell’Idraulica e dei servizi igienico-sanitari è una questione di “giustizia sociale”. Ed è, secondo lui, dell’ordine di Jub, Jubal, Jubbanti. Ma per fare questo servono azioni che siano esse stesse il risultato di progetti ben ponderati. Uno di essi, questo 3 ottobre 2024, è stato oggetto di un incontro. Un “workshop per presentare i risultati dello Studio di aggiornamento del master plan fuori Dakar-Thiès-Petite Côte, dedicato a 46 dei 68 centri del perimetro urbano e periurbano posti sotto la responsabilità di Sones”, nonché la dicitura da una nota di quest’ultimo.

Di estrema importanza, secondo le parole di Dièye, questo studio consentirà “al Ministero dell’Idraulica e dei Servizi Igienico-sanitari di poter pianificare o proiettarsi a medio e lungo termine in termini di controllo dell’acqua e di distribuzione dell’acqua nei diversi settori parti del paese, soprattutto nei centri urbani». È quindi estremamente importante questo studio, che ha adottato “un approccio molto prospettico nella conduzione delle politiche in termini di gestione dell’acqua, questa risorsa che vediamo oggi all’incrocio di quasi tutte le problematiche. Poiché non c’è solo la dimensione delle politiche pubbliche a livello statale, ma lo studio tiene conto anche di tutta la dimensione legata alla prospettiva degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile al 2030, ma anche alla visione dell’Unione Africa al 2063.

Bene campi
Lo studio dell’importanza tanto decantata dal ministro che ha presieduto la riunione, precisa il Dg di Sones, “riguarda 46 dei 68 centri del perimetro urbano e periurbano, mostrandoci, se necessario, quella macrocefalia della zona Dakar-Mbour -La conurbazione della Petite Côte non è inevitabile. Il signor Abdoul Niang si unisce così al signor Cheikh Tidiane Dièye nell’idea di Jjj. Nessuna inevitabilità, equità territoriale, giustizia sociale, nuova prospettiva. Nuova prospettiva perché “finora molti hanno conosciuto solo i trasferimenti dal lago Guiers a Dakar, che saranno rafforzati in particolare dalle autostrade acquatiche che saranno inaugurate tra pochi giorni. Ma vediamo, attraverso questo studio, l’esistenza di bacini idrografici abbastanza grandi in alcune zone del paese, che permetteranno di produrre acqua di qualità e quantità sufficienti, e che sarà drenata o trasferita nei grandi centri urbani. Il ministro annuncia che “abbiamo, ad esempio, il bacino idrografico di Sadio, che è un campo estremamente importante che è già in uso e che serve la città di Mbacké”. Probabilmente andrà verso Diourbel. Ma abbiamo anche l’altro bacino d’utenza che è Malem Hodar, che è una delle nostre priorità in termini di produzione e che potrà servire tutto il centro del Paese. E sapete che questa zona centrale affronta molte difficoltà, soprattutto in termini di salute con quest’acqua che conosciamo nella zona di Kaolack e in altre. Queste difficoltà potrebbero essere superate “con il bacino idrografico di Malem Hodar, che potrebbe spingersi verso Kaffrine, Kaolack, Fatick, e anche fino a Gossas e Diourbel, e che potrebbe collegarsi con il bacino di Sadio in modo da avere due “importantissimi” bacini idrografici. che possono, a seconda delle esigenze, essere utilizzati l’uno per l’altro.”

L’acqua, pilastro della trasformazione sistemica
Altro elemento, “la parte meridionale del Paese che, finora, è stata più o meno svantaggiata. “Poiché avevamo difficoltà a distribuire l’acqua potabile ovunque”. Che potrebbe essere un vecchio ricordo, secondo Dièye. Sono stati infatti “scoperti” due giacimenti, uno a Sédhiou, l’altro a Diattacounda. Il secondo appare “il più promettente e il più interessante, e potrà coprire tutte le esigenze della zona Sud, in particolare a Sédhiou, Kolda, Bignona e fino a Ziguinchor, con anche la possibilità di estendersi come fino a Cape Skiring.

Queste parole esprimono quindi un ottimismo che l’amministratore delegato di Sones condivide con il ministro. “Questa missione 3 dello Studio per aggiornare il piano generale dell’approvvigionamento idrico urbano fuori Dakar, Thiès e Petite Côte è la terza tappa di un processo che porta all’accesso universale all’acqua potabile entro il 2030 nei 46 centri dell’interno, preservando questo accesso fino al 2040 ”, lo sentiamo dire nel suo discorso. Per Abdoul Niang, “la rivoluzione nella qualità dell’acqua potrebbe avvenire, in via definitiva, nel bacino delle arachidi e nella zona sud”. E non solo, poiché, sottolinea Cheikh Tidiane Dièye, lo Stato del Senegal intende “fare dell’acqua questa risorsa che è un pilastro della trasformazione sistemica del Paese, per la sovranità alimentare, per la gestione delle questioni sanitarie, ambientali, urbanistiche , industria e commercio, produzione agricola e anche pastorale.

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