Jacques Demers prigioniero nel suo corpo: per lui ha vinto Patrick Roy

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Nel vortice dei playoff della NHL, una storia commovente si intreccia oltre le piste e sotto i riflettori.

Questa è la storia di Patrick Roy, un uomo di hockey con un cuore grande quanto la sua leggenda. Per lui l’hockey è più di un gioco. È un legame tra generazioni, un tributo vivente a coloro che hanno plasmato il suo percorso, a coloro che hanno bisogno del suo sostegno, anche quando la vita li affronta con le avversità più crudeli.

È così che, in un momento cruciale della serie, Patrick Roy ha attinto ai ricordi del suo ex allenatore, Jacques Demers, per infondere lo spirito combattivo nella sua squadra.

Nello spogliatoio, Roy ha raccontato ai suoi uomini la storia di Demers, un uomo che ha superato sfide insormontabili nella sua vita personale e professionale. Ha ricordato ai suoi giocatori che nulla è impossibile, che la speranza e la determinazione possono spostare le montagne, anche sul ghiaccio… anche alla fine della serie 0-3.

Gli isolani non hanno ammesso la sconfitta. Hanno attinto a questa ispirazione, a questa promessa fatta a Jacques Demers, per invertire la tendenza e conquistare la prima vittoria della serie ai tempi supplementari.

Anche se molti credevano che fossero finiti e sepolti nella serie, hanno dimostrato di essere più che vivi. Questa serie, lungi dall’essere finita, è diventata la scena di una resurrezione, di una rinascita guidata dalla volontà incrollabile di una squadra che rifiuta di arrendersi alle avversità.

In questa storia, Jacques Demers non è solo un ex allenatore, ma un mentore, un padre spirituale per Patrick Roy.

Il suo sorriso invisibile, ma palpabile, aleggia sul ghiaccio, guidando ogni gesto, ogni tiro, ogni parata. Roy ha mantenuto la sua promessa, non solo di vincere una partita, ma di portare un po’ di luce nella vita oscurata del suo amato allenatore.

Nel frattempo, lontano dai riflettori della NHL, la vita di Jacques Demers continua nell’ombra. Suo fratello Michel condivide la realtà straziante di un uomo imprigionato nel proprio corpo dall’afasia, un nemico invisibile che gli ha rubato la voce e la libertà.

“È in un centro. La famiglia si prende cura di lui, ma purtroppo per lui non può esprimersi, non può parlare. È paralizzato sul fianco destro. Andiamo a trovarlo regolarmente, va al ristorante ogni settimana, ma la sua vita è cambiata drasticamente, sia per lui che per la famiglia”. (credito: Journal de Montréal)

Ma Michel non può rassegnarsi al silenzio. Si batte affinché la storia di suo fratello non venga dimenticata, affinché l’afasia non rimanga all’ombra dell’ignoranza.

“Jacques ha un disturbo del linguaggio che va dalla difficoltà a trovare le parole alla perdita totale della capacità di esprimersi.”

“È causata da una lesione cerebrale causata, nella maggior parte dei casi, da un ictus (Demers ne ha subiti due)”

Afasia del Québec diventa la luce in questa oscurità, fornendo il sostegno tanto necessario alle famiglie colpite da questa condizione devastante. Attraverso campagne come “La mia seconda prima parola”l’organizzazione si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’afasia, per abbattere le barriere dell’incomprensione e dell’isolamento.

“È difficile per loro perché sei intrappolato nel tuo corpo. Vivi il momento presente intorno a te, sai cosa sta succedendo, senti le persone parlare, capisci molto bene cosa dicono, ma non puoi esprimerti.

“Quando accade una tragedia come questa, non siamo preparati”

“Durante la settimana gira per il posto dove vive su una sedia a rotelle. All’ora di pranzo scende alla mensa. La domenica torna a casa con un trasporto adattato. È felice nel suo mondo.”

Volti familiari come Chantal Machabée e Josée Boudreault si uniscono a questa lotta, portando alta la fiamma della speranza e della solidarietà. Non passerà molto tempo prima che Patrick Roy si unisca a loro.

In questa storia di hockey, al di là dei gol e delle vittorie, c’è un messaggio di resilienza ed empatia. È la storia di Patrick Roy e degli Islanders, ma anche quella di Jacques Demers e di tutti coloro che lottano contro le avversità, sul ghiaccio e nella vita.

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