Par Olivier Cheilan
Pubblicato il 10/04/2024 alle 17:05
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Con l’attuale forte rallentamento dell’inflazione, la rivalutazione degli scaglioni fiscali 2025 sarà più contenuta rispetto agli anni precedenti, probabilmente prossima al +2%.
Il nuovo ministro del Bilancio, Laurent Saint-Martin, ha finalmente risolto la questione di un’eventuale non indicizzazione all’inflazione della scala delle imposte sui redditi 2025, una misura che avrebbe potuto consentire risparmi di bilancio ma avrebbe penalizzato tutti i contribuenti.
No, non ci sarà alcuna deindicizzazione della scala delle imposte sul reddito
ha assicurato giovedì Laurent Saint-Martin nel programma “Télématin” France 2, ribadendo che non ci sarà nessun aumento generale dell’imposta sul reddito
ma piuttosto un contributo mirato e temporaneo ai più fortunati. Tutto questo ovviamente resta da confermare nella legge finanziaria per il 2025 e poi da votare.
Indicizzazione limitata quest’anno
Ogni anno, gli scaglioni fiscali progressivi dell’imposta sul reddito (11%, 30%, 41% e 45%) vengono infatti rivalutati in base alle previsioni dell’INSEE sull’evoluzione dell’indice dei prezzi al consumo dell’imposta sul reddito, escluso il tabacco. Dopo due anni di inflazione elevata, queste indicizzazioni sono state del +5,4% nel 2023 e del +4,8% quest’anno. Ciò ha rappresentato un costo di circa 6 miliardi di euro per il 2024 riducendo le tasse per tutti coloro che non hanno beneficiato di aumenti salariali o pensionistici in linea con l’inflazione.
Con l’attuale forte rallentamento dell’inflazione, la rivalutazione degli scaglioni fiscali 2025 sarà più contenuta, nel migliore dei casi al +2% e forse al +1,9% a seconda della stima utilizzata dall’Insee (vedi la nostra proiezione delle nuove tranche sotto). .
La rivalutazione permette quindi di posticipare l’ingresso nell’imposta che verrebbe effettuato l’anno prossimo da 11.520 euro di reddito con lo scenario di indicizzazione +2% (11.294 euro lo scorso anno) nella prima tranche di imposta all’11% mentre la seconda la tranche del 30% partirebbe da 29.373 euro contro 28.797 euro nel 2023 e la terza tranche del 41% da 83.988 euro e 82.341 euro contro 82.341 euro. Quanto all’ultima tranche al 45%, si ridurrebbe a poco più di 180.000 euro rispetto ai 177.106 euro dell’anno scorso.
In gran parte già raccolti alla fonte
Si prega di notare che questi scaglioni 2025 riguardano redditi 2024 che sono già stati in gran parte trattenuti alla fonte quest’anno ma per i quali il calcolo dell’imposta definitiva avverrà solo dopo la dichiarazione dei redditi della primavera 2025. Come sempre, la ritenuta alla fonte avviene molto più velocemente delle leggi finanziarie che possono neutralizzare gli effetti dell’inflazione solo con un certo ritardo.
Ricavi 2023 | Aliquota fiscale |
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Le aliquote sopra indicate si applicano per 1 quota del quoziente familiare | |
Fino a 11.294€ | 0% |
Da 11.294 € a 28.797 € | 11% |
Da 28.797 € a 82.341 € | 30% |
Da 82.341 € a 177.106 € | 41% |
Oltre € 177.106 | 45% |
Ricavi 2024 | Aliquota fiscale |
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Le aliquote sopra indicate si applicano per 1 quota del quoziente familiare | |
Fino a 11.520€ | 0% |
Da 11.520 € a 29.373 € | 11% |
Da 29.373 € a 83.988 € | 30% |
Da 83.988 € a 180.648 € | 41% |
Sopra i 180.648€ | 45% |
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