Secondo gli ultimi dati economici diffusi, il tasso annuo di inflazione dei prezzi al consumo del Pakistan è sceso al 6,9% a settembre, raggiungendo il livello più basso in più di tre anni.
Questo calo dell’inflazione avviene mentre il governo pakistano si sforza di soddisfare le rigide richieste del Fondo monetario internazionale (FMI).
Il mese scorso il Fondo monetario internazionale ha approvato un programma di prestiti da 7 miliardi di dollari, che richiede al Pakistan di attuare alcune riforme economiche, tra cui l’aumento delle tasse sul reddito agricolo e sui prezzi dell’elettricità.
L’Ufficio di statistica del Pakistan ha riferito che il tasso di inflazione era già rallentato al 9,6% il mese precedente, segnando la prima volta in più di tre anni che il tasso era sceso a una cifra. Inoltre, l’indice mensile dei prezzi al consumo per settembre ha mostrato una riduzione dello 0,5%.
Mohammad Sohail, amministratore delegato di Topline Securities, attribuisce il calo alle politiche monetarie assertive della Banca di Stato del Pakistan (SBP), affermando: “Attraverso un inasprimento monetario aggressivo, la SBP è riuscita a portare l’inflazione al di sotto del 7% con un anno di anticipo rispetto al target”.
La banca centrale ha tagliato i tassi di interesse tre volte nell’anno in corso, mantenendo la fiducia nel controllo dell’inflazione dopo un periodo in cui i tassi erano saliti al massimo storico del 22%.
Il Ministero delle Finanze, nelle sue recenti prospettive economiche, aveva previsto che il tasso annuo di inflazione sarebbe sceso tra l’8 e il 9% per settembre e ottobre.
Nonostante questa tendenza positiva dei tassi di inflazione, il potenziale impatto delle riforme affidate al Fondo monetario internazionale ha sollevato preoccupazioni tra i cittadini pakistani meno abbienti e della classe media. Temono che le prossime misure porteranno a costi più elevati, peggiorando i loro problemi finanziari dopo anni di crescente inflazione.
Reuters ha contribuito a questo articolo.
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