“Emmanuel Macron continua a credere nel valore aggiunto del progetto europeo, a condizione che raggiunga un nuovo traguardo”

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Il presidente della Repubblica Emmanuel Macron all’Università della Sorbona prima del suo discorso sull’Europa, il 25 aprile 2024. CHRISTOPHE PETIT TESSON / VIA REUTERS

La cornice, nel grande anfiteatro della Sorbona, non è certo quella di un comizio elettorale: Emmanuel Macron afferma di aver vestito i panni di capo di Stato per pronunciare il suo discorso sull’Europa, giovedì 25 aprile, difendendosi per entrare in campagna elettorale , a meno di due mesi dalle elezioni del 9 giugno. La scelta della sede è stata quella di collocare questo nuovo indirizzo in continuità con quello dato all’inizio del suo primo mandato, nello stesso luogo, nel settembre 2017.

All’epoca, il neoeletto presidente francese cercò di convincere il continente della necessità di difendersi “sovranità”anche il suo “autonomia strategica”. Una diagnosi diversamente apprezzata fuori dai confini, ma poi convalidata dalla pandemia di Covid e dal ritorno della guerra ai confini dell’Unione. Sette anni dopo, Emmanuel Macron avrebbe invitato a precisare i contorni di una “Potere l’Europa” in grado di difendere i propri interessi in un mondo sempre più ostile, in un momento in cui l’invasione russa dell’Ucraina e la rivalità sino-americana minacciano il declassamento del continente.

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Se l’intenzione di pesare nei dibattiti elettorali è evidente, in un momento in cui la lista del candidato del campo presidenziale alle elezioni europee è molto indietro, nei sondaggi, da quella del Raggruppamento Nazionale, la visione del Capo dello Stato vuole essere al di là di questo singolo problema. Nella sua mente, si tratta di ispirare il più possibile ciò che i leader dei Ventisette chiamano loro “agenda strategica” per la prossima legislatura, o, più prosaicamente, il programma di lavoro della prossima Commissione di Bruxelles, indipendentemente dal fatto che la sua presidente, Ursula von der Leyen, sia confermata o meno al suo incarico dopo le elezioni di giugno.

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Di fronte alla tentazione di ritirarsi portata avanti dai partiti di estrema destra, Emmanuel Macron continua a credere nel valore aggiunto del progetto europeo, a condizione che faccia un nuovo passo, per cercare di avere influenza nel mondo. Nessuno lo contesta: l’emergenza è reale perché l’ambiente è diventato ostile.

“Lunga domanda tabù”

“L’ordine post-Guerra Fredda è morto e sepolto. La Russia rappresenta una minaccia diretta, mentre gli investimenti statunitensi in Europa, il nostro principale alleato e protettore, potrebbero ancora una volta diminuire. Allo stesso tempo, la Cina intende stabilire il proprio ordine mondiale”, osserva Guillaume Klossa, promotore di un recente rapporto collettivo inviato ai leader europei per preparare i prossimi incontri. Realtà sempre più evidenti, che mettono sempre più a nudo le vulnerabilità del continente.

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