“Stiamo per aprire un’indagine giudiziaria” dopo la morte di Serge Garaud

“Stiamo per aprire un’indagine giudiziaria” dopo la morte di Serge Garaud
“Stiamo per aprire un’indagine giudiziaria” dopo la morte di Serge Garaud
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A quasi un anno dalla morte di Serge Garaud avvenuta a Galan, negli Alti Pirenei, in seguito a un incidente stradale, dovrebbe essere presto aperta un’indagine giudiziaria sullo scandalo degli airbag difettosi su alcune vetture Citroën.

Il 18 novembre 2023, come ogni sabato all’ora di pranzo, Serge Garaud si è recato dai suoi genitori, Louisette e Éloi, a Galan, negli Alti Pirenei, per pranzare con loro. Verso le 14, non vedendo arrivare il figlio, la coppia, preoccupata, ha deciso di prendere la strada opposta. “Ho avuto una sorta di presentimento, una brutta sensazione”, ha dichiarato Louisette.

Pochi minuti dopo, le vite della coppia di 79 e 84 anni sono state tristemente sconvolte quando una persona sul ciglio della strada ha segnalato loro di fermarsi, con grandi gesti. Nel fosso, l’auto di Serge, una Citroën C3, danneggiata. A bordo, il loro figlio, senza vita e ferito. Serge Garaud è morto all’età di 51 anni, apparentemente in seguito ad un incidente con un altro veicolo fuggito.

Mentre i primi elementi fanno pensare che l’infortunio possa essere legato alla cintura di sicurezza, lo scandalo dell’airbag Takata irrompe nelle indagini. Ricordiamo che il colosso giapponese è fallito ed è dietro il richiamo di milioni di veicoli prodotti tra il 2009 e il 2019 e dotati di questi sistemi di protezione difettosi. La C3 di Serge aveva uno di questi airbag.

A breve l’apertura di un’inchiesta giudiziaria

L’indagine assume allora un’altra dimensione. “Dopo le Antille e la Riunione, dove si sono verificati incidenti mortali legati a questi equipaggiamenti sugli stessi modelli di automobili, c’è motivo di dubitare…”, ha dichiarato Christophe Lèguevaques, avvocato della famiglia Garaud, nel giugno scorso. Citroën ha inoltre richiamato 600.000 veicoli da metà maggio.

Oggi, dopo diversi mesi di indagini, dovrebbe essere presto aperta un’inchiesta giudiziaria, come indicato da Bérengère Prud’homme, procuratore degli Alti Pirenei: “L’indagine ha permesso di raccogliere un certo numero di testimonianze ed elementi tecnici, e siamo sul punto di aprire un’indagine giudiziaria data la complessità della catena di potenziali responsabilità”.

Anche se il procedimento dovrà durare ancora anni, secondo Maître Lèguevaques, l’apertura di queste informazioni giudiziarie permetterà agli avvocati di avere accesso al dossier e, forse, alle famiglie delle vittime di avere delle risposte.

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