Cuba ha vinto con i paradisi artificiali

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Di Héctor Lemieux

Pubblicato
Ci sono 3 minuti,

Aggiornamento 1 minuto fa

Nel cuore dell’Avana, due giovani avana di 14 anni fumano quimico al riparo di un busto di Benito Juarez, simbolo del nazionalismo messicano

JUANCHO TORRES/Anadolu via AFP

REPORT – A lungo risparmiata da questa piaga, l’isola comunista è diventata un luogo dove una certa gioventù in lutto non si nasconde più per consumare una droga sintetica, il “quimico”.

Una giovane bellezza tropicale, al confine tra l’adolescenza e la femme fatale, fuma una strana miscela di sostanze sconosciute. La giovane cubana ha gli occhi nel vuoto, la mente altrove. Si dice che tutti gli adolescenti sognino la Florida mentre fumano il “quimico”, la droga per la quale si dannano, dopo l’infanzia. Si nasconde a malapena dietro un piccolo chiosco di lamiera ondulata bianca e blu, dove i venditori di “croquetas” (crocchette) cercano di soddisfare la fame dei cubani. La scena si svolge a meno di un chilometro dallo Stadio Olimpico dei Giochi Panamericani del 1991, dove lanciatori di peso, lanciatori di giavellotto e pugili si stanno allenando in queste settimane per le Olimpiadi di Parigi del 2024.

Uno storditore ad un prezzo stracciato

Nel cuore dell’Avana, a 300 metri dalla replica del Campidoglio di Washington, il Capitolio con la sua cupola dorata d’oro fino, dono di Vladimir Putin, due giovani avana di 14 anni fumano quimico al riparo di un busto di Benito Juarez, simbolo del nazionalismo messicano…

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