“Ci sono solo i denti superiori”: testimonia l’escursionista che ha ritrovato il teschio del piccolo Émile

“Ci sono solo i denti superiori”: testimonia l’escursionista che ha ritrovato il teschio del piccolo Émile
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L’escursionista che sabato scorso, 30 marzo, ha scoperto il teschio del piccolo Émile prima di consegnarlo alla polizia, racconta il suo resoconto dei fatti.

A più di 10 giorni dal ritrovamento del teschio di Émile, il bambino di due anni e mezzo scomparso l’8 luglio 2023 a Vernet (Alpi dell’Alta Provenza), l’escursionista che ha ritrovato le ossa parla a nome della prima volta ai nostri colleghi di BFM DICI.

I nostri colleghi l’hanno soprannominata Manon. Sessantenne, escursionista esperto. A volte senza orologio o cellulare. Quel sabato, la chiesa del villaggio le disse che sarebbe partita a mezzogiorno per questo sentiero – situato sotto l’Haut-Vernet – che non aveva percorso “da un mese, un mese e mezzo” .

“La cosa”

Il teschio, che lei chiama “la cosa” per prenderne le distanze, è “in mezzo alla strada”: “È bianco, pulitissimo. Ci sono solo i denti superiori”, ricorda con i colleghi.

Morte di Émile: cosa sappiamo dopo la scoperta di un nuovo osso

Manon capisce subito che questi sono i resti del piccolo Émile, piange, si calma, pensa velocemente. Se decide di raccoglierlo, armata di due buste di plastica, è perché sa che gli elementi possono spostare il teschio. Manon coglie un punto di riferimento: un abete crollato a lato del sentiero e corre per tornare a casa, “la cosa” a debita distanza.

Nove ore di udienza e perquisizione

Intorno alle 14, l’escursionista ha chiamato la polizia e si è data appuntamento alla fine della sua strada, temendo la reazione dei vicini. Iniziano nove ore di udienza durante le quali Manon ritorna sul sentiero per indicare il luogo alle forze dell’ordine, che ne chiudono l’accesso. L’hanno interrogata sulla sua personalità, l’hanno riportata indietro intorno a mezzanotte prima di perquisirla il giorno successivo. “Non me lo aspettavo”, ha detto a BFM DICI, secondo la quale “nulla indica che lei sia sospettosa”.

Dal 30 marzo Manon non è ancora andata a fare una passeggiata. Commossa, ha detto che pensava ai genitori del piccolo Émile: “Che trovino la pace… Che Dio dia loro la pace”.

PM

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