Bruxelles convalida il piano, ma la Francia deve ancora convincere

Bruxelles convalida il piano, ma la Francia deve ancora convincere
Bruxelles convalida il piano, ma la Francia deve ancora convincere
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Nonostante un debito pubblico record, la Francia ottiene una tregua dall’Unione Europea per rispettare i suoi impegni di bilancio entro il 2029. Una traiettoria sotto stretta sorveglianza.

Il piano di bilancio della Francia per il 2025, presentato dal governo di François Bayrou, ha ricevuto l’approvazione dei ministri delle Finanze dell’Unione Europea in una riunione a Bruxelles. Questa convalida segna un passo fondamentale nella traiettoria di bilancio del Paese, ma le sfide rimangono numerose per rispettare gli impegni europei preservando al tempo stesso la crescita economica.

Convalida europea e adeguamenti necessari

Questo martedì, i ministri delle finanze dell’Unione europea hanno convalidato ufficialmente il piano di bilancio presentato dalla Francia per l’anno 2025. Questa decisione fa seguito al parere positivo espresso dalla Commissione europea, dopo diversi mesi di discussioni tra Parigi e Bruxelles.

Tale piano prevede la riduzione del deficit pubblico dal 6,1% del Pil nel 2024 al 5,4% nel 2025, con l’obiettivo di tornare sotto la soglia del 3% entro il 2029.

In una conferenza stampa, Valdis Dombrovskis, commissario europeo all’Economia, ha accolto con favore questi sforzi, ricordando l’esigenza di rigore: “Parigi mantiene il livello di ambizione durante il periodo di aggiustamento”, citato da Info.

Tuttavia, questa convalida non segna la fine del monitoraggio. Con un debito pubblico che ha raggiunto il 113,7% del PIL nel terzo trimestre del 2024, ovvero circa 3.303 miliardi di euro, la Francia rimane soggetta al regime della procedura per disavanzo eccessivo, insieme ad altri sette paesi, tra cui Belgio e Italia.

Un deficit elevato e prospettive caute

Nonostante questa approvazione, il livello del deficit pubblico francese resta preoccupante. Con il 6,1% del Pil nel 2024, la Francia mostra uno dei rapporti peggiori tra i 27 Stati membri, subito dopo la Romania (8%). Michel Barnier, predecessore di breve durata di François Bayrou, aveva inizialmente proposto una traiettoria più ambiziosa che mirava a un deficit del 5% a partire dal 2025. Questo piano, considerato troppo drastico dal Parlamento, è stato sostituito da un approccio più moderato, considerato più realistico.

Durante il suo discorso a Bruxelles, Éric Lombard, ministro dell’Economia e delle Finanze, ha sottolineato l’importanza di questo sforzo collettivo: “Saranno richiesti sforzi a tutti”. Questi aggiustamenti sono “essenziali per ripristinare la fiducia del mercato e rispettare i nostri impegni europei”, ha dichiarato, citato in All Europe.

Tra le priorità del governo figurano la riduzione della spesa pubblica non prioritaria, la lotta alla frode fiscale e gli investimenti strategici nella transizione energetica e nella digitalizzazione dell’economia. Queste misure mirerebbero a combinare rigore di bilancio e sostegno alla crescita economica, in un contesto in cui qualsiasi aumento della tassazione rischia di indebolire il potere d’acquisto delle famiglie.

Sorveglianza rafforzata e futuro incerto

Sebbene la Francia abbia evitato sanzioni immediate, rimane sotto stretta sorveglianza da parte della Commissione europea. I prossimi mesi saranno cruciali per verificare l’attuazione degli impegni di bilancio. Se si notano discrepanze, la Francia potrebbe dover affrontare sanzioni finanziarie, un rischio già menzionato per altri paesi sottoposti a procedura di disavanzo eccessivo.

La prossima valutazione è prevista per la metà del 2025. Determinerà se Parigi riuscirà a raggiungere i traguardi fissati per ridurre il suo deficit, sostenendo al contempo i settori chiave della sua economia. La sfida in questa fase è conciliare questi obiettivi senza rallentare la crescita o aumentare la disuguaglianza economica.

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