È un libro magnifico e fondamentale. In 480 pagine, Pierre Allorant e Gaël Rideau, docenti dell’Università di Orléans, raccontano la storia di Orléans, dall’antichità all’età moderna. Il risultato è un libro ben documentato, che riunisce gli scritti di specialisti per periodo ed è impreziosito da “illustrazioni poco conosciute, tesori nascosti in fondo ai fondi delle biblioteche nazionali o comunali, dei musei e dei centri di archivio, sia a Orléans che a Parigi”, avvertono nell’introduzione gli autori che, contrariamente allo sviluppo cronologico del libro, affrontano la storia della città per temi.
“Volevamo un libro rivolto al grande pubblico, al grande pubblico dei curiosi, ma che potesse essere anche un’opera di riferimento per studenti e insegnanti di ogni ordine e grado. […]. Questo non è un libro che si legge tutto d’un fiato ma che si può approfondire a seconda dei propri interessi. Abbiamo deciso anche di proporre tre indici: un primo dei nomi personali, un secondo dei toponimi, e un terzo delle nozioni, l’indice, sicuramente il più soggettivo, ma che può interessare studenti e ricercatori», sottolinea Pierre Allorant.
Da Giulio Cesare alla metropoli della Loira
Diviso in cinque parti, Storia di Orleans viaggia nel tempo, dal periodo di Cesare ad Attila a quello della prefettura dei Balzaci e della metropoli della Loira. Tra i due, gli autori sono interessati al Medioevo, dove Orléans si affermò come città reale; nell’era moderna, apogeo commerciale, centro politico e città in tensione; poi al tempo delle rivoluzioni. Soprattutto, gli autori si sono avvicinati alla “storia dal basso, quella della gente comune e non solo quella delle élite e della storia politica” per raccontare la storia della città e dei suoi immediati vicini.
Ha permesso inoltre di inserire nuove scoperte, di mettere in prospettiva i testi alla luce dei progressi scientifici e, così, di “rinnovare l’immagine e la visione della città”.
L’opera nasce anche dall’idea diffusa che Orléans “è una città senza storia dove non succede mai nulla”, continua Pierre Allorant. “Mi colpì, in occasione del cinquantesimo anniversario della voce di Orléans, nel 2019, che Edgar Morin iniziasse il libro da lui dedicato all’argomento con “Orléans, una città tranquilla, dove non succede mai niente”, anche se era parlando di questa voce! Un altro esempio di questo paradosso, gli eventi del maggio 68 a Orléans dove, contrariamente a quanto si pensa, nel campus sono accadute molte cose, compreso l’arrivo di un commando di estrema destra sbarcato da Parigi! Perché Orléans ha l’immagine di una città che non ha realmente una storia, di una città consensuale, dove tutti sono sempre d’accordo? , continua l’accademico.
Con l’Orléanais Pierre Serna,
miglior specialista della Rivoluzione francese
Per ristabilire la verità, Pierre Allorant e Gaël Rideau si sono circondati di sei autori principali. Notiamo così la collaborazione di Pierre Serna di Orléans, “professore della Sorbona e miglior specialista della storia della Rivoluzione francese che dimostra che Orléans giocò un ruolo fondamentale in questo periodo”. È anche questo il senso del libro, nota infine Pierre Allorant: “Orléans ha spesso avuto una posizione molto importante, politica, militare o commerciale, nella storia della Francia”.
Tesori nascosti negli archivi
Gli autori sottolineano “l’enorme lavoro di ricerca sulle illustrazioni, svolto principalmente dall’Archivio dipartimentale, ma anche dall’Archivio municipale e dal Museo delle Belle Arti di Orléans”. Ciò riguarda in particolare i manifesti pubblicitari, sia per un profumo del XIX secolo che per l’ippodromo dell’Olivet. “Ma abbiamo anche avuto accesso a documenti provenienti da collezioni private, in particolare numerose fotografie e appunti relativi alla Grande Guerra e alla pratica sportiva nel Loiret, di Maurice Béraud, ex insegnante del Fronte Popolare, nato a Montargis, e che ha concluso la sua carriera alla scuola Aydes di Orléans.
I documenti sono reperibili su www.archives-loiret.fr