Intelligenza Artificiale (AI). Parliamone. Poiché questa tecnologia sta per controllare il nostro modo di essere, di fare e non so cos’altro. In breve, modella la nostra esistenza. Sì, nel bene e nel male. Se questa tecnologia fa molto discutere è perché stupisce tanto quanto spaventa.
Per alcuni è un avversario degli uomini. Per altri, è uno strumento che li aiuta. I suoi benefici, in tutti gli ambiti della nostra vita, sono innegabili. Che si tratti di sanità, istruzione, economia… Nel 21° secolo quasi nessuno può farne a meno. Il suo utilizzo è diventato più che una necessità.
Nelle aziende in particolare, permette di coniugare prestazioni e ottimizzazione dei tempi, dato che con questa tecnologia è possibile svolgere molte più attività quotidiane grazie all’automazione di tante semplici azioni. La macchina insomma agevola il lavoro dell’uomo. Può anche sostituirlo. In sostanza, cos’è l’Intelligenza Artificiale?
Secondo il sito wizishop.fr, “si tratta di un processo di imitazione dell’intelligenza umana che si basa sulla creazione e l’applicazione di algoritmi eseguiti in un ambiente informatico dinamico. Il suo obiettivo è consentire ai computer di pensare e agire come esseri umani”. In altre parole, l’Intelligenza Artificiale è un insieme di teorie e tecniche volte a creare macchine in grado di simulare l’intelligenza umana.
Quindi, se l’Intelligenza Artificiale dovesse simulare l’intelligenza umana, o addirittura sostituirla, non la renderà pigra, inutile e addirittura ne minaccerà l’esistenza?
Dovremmo hackerare la mente umana per produrre di più e meglio, monitorare ogni mossa delle persone? Cosa accadrebbe se la macchina venisse sminuita, soprattutto in ambito militare? L’8 luglio 2024, News JVTech ha riportato un avvertimento da parte di James Cameron, il regista di “Terminator”. Quest’ultimo metteva in guardia sui progressi e sui pericoli dell’intelligenza artificiale, in particolare militarizzata, e chiedeva una regolamentazione internazionale. “Vi avevo avvertito nel 1984 e nessuno mi ha ascoltato”, ha detto James Cameron.
La minaccia alla sicurezza umana, alla loro privacy e persino alla loro umanità non può quindi essere esclusa. Una cosa è certa: l’intelligenza artificiale minaccia la creazione di posti di lavoro nei nostri Stati. A ciò si aggiunge tutta un’altra preoccupazione, ancora più grave, quella dell’etica, perché, riconoscono i ricercatori, il punto critico legato all’Intelligenza Artificiale risiede nel suo impatto sull’etica e sulla società.
L’intelligenza artificiale può, infatti, minare i nostri valori, i nostri diritti, i nostri standard e i nostri comportamenti. Inoltre, è una potenziale fonte di conflitti attraverso la manipolazione. Il dilemma è difficile, dato che non possiamo voltare le spalle allo sviluppo tecnologico. Ma, come ci ha ricordato François Rabelais: “la scienza senza coscienza non è che rovina dell’anima”. La macchina sì, ma prima di tutto l’uomo.