Gli ingegneri dell’Università del Michigan hanno sviluppato un nuovo tipo di memoria a stato solido in grado di archiviare e riscrivere dati a temperature superiori a 600°C, più calde della superficie di Venere.
Questo nuovo dispositivo è diverso dalle tradizionali memorie a base di silicio, che funzionano solo a temperature inferiori a 300°F (150°C). Utilizza gli ioni di ossigeno per spostare i dati invece di fare affidamento sul flusso di elettroni. Ciò potrebbe rendere possibile la realizzazione di componenti elettronici per ambienti estremi, come reattori a fusione, motori a reazione e pozzi geotermici.
Yiyang Li, assistente professore di scienza e ingegneria dei materiali e autore principale dello studio, ha dichiarato: “Ciò potrebbe consentire la creazione di dispositivi elettronici per applicazioni ad alta temperatura che prima non esistevano”. Come funziona?
- Il dispositivo sposta gli atomi di ossigeno caricati negativamente tra due strati: un semiconduttore (ossido di tantalio) e un metallo (tantalio), utilizzando una barriera elettrolitica solida.
- Tre elettrodi di platino controllano il movimento dell’ossigeno, in modo simile a come una batteria si carica e scarica.
- Il contenuto di ossigeno dell’ossido di tantalio determina se è un isolante o un conduttore, permettendogli di passare da uno stato di tensione a un altro (0 e 1).
Il dispositivo richiede temperature superiori a 250°C per scrivere i dati. Tuttavia, i ricercatori ritengono che un riscaldatore potrebbe essere utile per i dispositivi che funzionano in ambienti più freddi. Attualmente memorizza solo un bit, ma il team ritiene che potrebbe contenerne molti di più, come megabyte o gigabyte, se i lavori continuano.
Questo progresso potrebbe essere particolarmente utile per l’intelligenza artificiale in ambienti estremi. Alec Talin, scienziato senior dei Sandia National Laboratories, ha osservato che “c’è molto interesse nell’uso dell’intelligenza artificiale per migliorare la sorveglianza in questi ambienti estremi, ma richiede processori potenti che consumano molta energia, e molti di questi ambienti estremi anche avere budget energetici rigidi”
Abilitando l’elaborazione in memoria, questa tecnologia potrebbe elaborare i dati prima di inviarli ai chip AI, risparmiando energia in condizioni difficili.