Astronomia
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La macchina dovrà decollare questo sabato, 22 giugno, per stabilirsi nell’orbita terrestre e stare alla ricerca dei gamma burst, queste esplosioni di raggi che compaiono nell’universo.
Tillilili! Un avviso sonoro fa vibrare lo smartphone. Un po’ stridulo, quanto basta per svegliare lo scienziato di turno, se stesse dormendo, e convincerlo a dare un’occhiata al suo computer, perché sembra che dall’altra parte dell’universo stia accadendo qualcosa di interessante. Clara Plasse è di turno questa mattina di giugno, in un ufficio CEA a Saclay (Essonne). È lei che ha il compito di ricevere gli allarmi di gamma burst e di valutarne immediatamente l’importanza. “Lì, abbiamo un livello di fiducia notato a più di 220, spiega questo dottorando in astrofisica. È un segnale estremamente potente”. In questo caso si tratta di un falso segnale, solo di una simulazione per esercitarsi ancora qualche giorno utilizzando questa nuovissima piattaforma di alert. Ma presto tutto sarà reale. Il satellite franco-cinese Svom decollerà questo sabato, 22 giugno, per stabilirsi nell’orbita terrestre e essere alla ricerca dei gamma burst, le esplosioni di raggi gamma che appaiono nell’universo. Appaiono qua e là, brevissimi e molto intensi, in momenti casuali, generati senza dubbio dalla nascita dei buchi neri. L’équipe della missione francese e quella in Cina si alterneranno nell’ascolto dello Svom 24 ore su 24 per cinque anni.
Uno shock fenomenale
Ciò è necessario per sperare di progredire nella nostra comprensione dei lampi di raggi gamma. Abbiamo scoperto casualmente questi fenomeni astronomici alla fine degli anni ’60: il
