“Fottuta valle del silicio”! Una serie di documentari per demistificare l’epicentro delle nuove tecnologie!

“Fottuta valle del silicio”! Una serie di documentari per demistificare l’epicentro delle nuove tecnologie!
“Fottuta valle del silicio”! Una serie di documentari per demistificare l’epicentro delle nuove tecnologie!
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Fottuta Silicon Valley” è il titolo di questa serie in sei episodi da 15 minuti ciascuno, prodotta da Pierre Schneidermann e Baptiste Giudicelli. Con questo titolo accattivante che suona come uno slogan, gli autori ci portano nell’epicentro delle nuove tecnologie. Una buona occasione per percorrere queste decine di chilometri dove hanno sede le più grandi aziende del mondo (Apple, Meta, Google e tante altre), per incontrare investitori opportunisti e profeti dei tempi moderni che lavorano, secondo le loro parole, per rendere il mondo un posto migliore.

La serie decostruisce alcuni miti e credenze specifici della Valley, restituiscono la tumultuosa storia di questa terra di silicio, sfumano il successo di Steve Jobs, il fondatore di Apple, che è lungi dall’aver avuto da solo una rivelazione nel suo garage . Nei primi episodi si comprende meglio il ruolo cruciale delle aziende meno conosciute al grande pubblico come l’idea di ospitare giovani studenti/imprenditori per meglio incubare le loro start-up e raccoglierne frutti e profitti.

Storie a volte conosciute ma sempre necessarie per ricordarci di partecipare alla nostra cultura digitale e permettere a tutti di poter decodificare un po’ il nostro mondo connesso. La grande originalità della serie sta nella scelta del contrabbandiere, perché nell’immagine non ci sono i due giornalisti ma un certo Luc Julia, un ingegnere, imprenditore francese residente da tempo in California e noto per aver creato l’assistente vocale Siri che sarebbe poi stato acquistato per una piccola fortuna da Apple.

Luc Julia contrasta con lo spirito educato della regione, compone con un linguaggio fiorito come le sue eterne camicie hawaiane. Porta in giro i nostri francesi senza la sua Tesla e, tra due aneddoti, funge da intermediario per avvicinare le persone del diluvio, da storico a investitore, anche se questo significa forzare qualche porta. Dobbiamo ammettere che è piuttosto divertente seguire il nonno Julia a casa dello zio Tom.

Alla fine la Silicon Valley vince sempre!

Ho avuto un po’ più di difficoltà con il ritmo a volte frenetico degli episodi racchiusi in 15 brevi minuti. Una voce fuori campo molto presente che accompagna un po’ troppo lo spettatore, il quale a volte farebbe bene a respirare per trovare il tempo di costruire i propri pensieri. La scrittura segue le ricette dei video pubblicati sui social network il cui obiettivo è catturare l’attenzione.

La dimensione critica della Valley è ben affrontata, in particolare con i problemi abitativi e un episodio finale dedicato ai lavoratori invisibili, autisti, addetti alle pulizie, camerieri che guadagnano una miseria per servire i tecnici. L’esplorazione di questo lato oscuro è salutare ma sento comunque che il fascino rimane tra gli autori, in un certo senso l’ideologia della Silicon Valley vince la battaglia delle storie. E anche per la guerra delle parole, la serie disponibile su arte non può essere con il titolo originale sul suo canale Youtube perché “Fucking” è censurata dalla piattaforma, gli autori devono quindi oscurare il loro titolo asterix. Fottuta Silicon Valley sicuramente un gran bel titolo, una serie da vedere su arte.tv.

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