Gli scienziati fanno una scoperta che potrebbe riscrivere le previsioni sulla tempesta solare

Gli scienziati fanno una scoperta che potrebbe riscrivere le previsioni sulla tempesta solare
Gli scienziati fanno una scoperta che potrebbe riscrivere le previsioni sulla tempesta solare
-

Il Sole si sta lentamente ma inesorabilmente avvicinando alla massima attività del suo ciclo 25. Le eruzioni stanno aumentando. Accompagnate, sempre più regolarmente, da espulsioni di massa coronale che interagiscono con ilatmosferaatmosfera della Terra. Senza alcuna conseguenza, per il momento, se non quella di accendere la sublime Aurora Boreale. Ma gli scienziati sanno che l’attività della nostra Stella potrebbe, un giorno, giocare brutti scherzi alle nostre società. Un giorno ? Sì, perché fino ad ora hanno avuto tutte le difficoltà del mondo nel prevederne l’avvento tempestetempeste solare.

Una scoperta fatta dai ricercatori della Northwestern University, MIT (Istituto di Tecnologia del Massachussetts)) e l’Università di Edimburgo (Scozia) potrebbero però cambiare la situazione. Nella rivista Naturaraccontano come una serie di calcoli complessi eseguiti utilizzando a supercomputersupercomputer della NASA hanno permesso di considerare che il campo magnetico del Sole è generato, a non più di 200.000 chilometri di profondità – sul fondo della cosiddetta zona di convezione, dal movimentimovimenti plasma -, ma solo a circa 30.000 chilometri dalla superficie della stella. Le simulazioni del flusso di plasma in prossimità della superficie sembrano infatti sufficienti a riprodurre le osservazioni.

Simulazioni numeriche per svelare il segreto del campo magnetico solare

“Il nostro lavoro propone una nuova ipotesi su come campo magneticocampo magnetico viene generato il solare. Un’ipotesi che corrisponde meglio alle osservazioni e, speriamo, potrebbe essere utilizzata per fare previsioni migliori sull’attività solare”.riferisce Daniel Lecoanet, ricercatore in fluidodinamica astrofisicaastrofisica Scuola di Ingegneria McCormick dal Nordovest.

Le macchie sul Sole ne annunciano la morte?

ricordiamocelo GalileoGalileo è stato il primo a documentare le macchie solari causate dal campo magnetico in continua evoluzione del nostro Sole. Era il 1612! Nel corso del tempo, il astronomiastronomi hanno imparato a comprenderne i meccanismi dinamodinamo solare. Ma le osservazioni continuavano a mettere in discussione anche le teorie più attraenti.

Pertanto, i ricercatori hanno utilizzato simulazioni numeriche all’avanguardia. Nuove simulazioni che tengono conto di ciò che fisicifisici chiamano le oscillazioni di intrecciareintrecciareun modello ciclico di circolazione di gasgas e plasma dentro e attorno al Sole. Questo, infatti, non lo è solidosolido. Non ruota in un unico pezzo. La sua rotazione cambia a seconda del latitudinelatitudine. E come il ciclo magnetico solare di 11 anni, le oscillazioni torsionali sperimentano un ciclo di 11 anni. Da qui l’idea che i due potrebbero essere collegati.

Comprendere meglio il campo magnetico del Sole per migliorare le previsioni meteorologiche spaziali

Ancor di più che il ciclo magnetico e le oscillazioni torsionali sono in definitiva solo manifestazioni diverse dello stesso processo fisicofisico. Di un’instabilità magnetorotazionale dello stesso tipo di quella che appare… nel dischi di accrescimentodischi di accrescimento attorno a buchi neribuchi neri. E mentre la teoria secondo cui il campo magnetico del Sole nasce in profondità non spiega né le oscillazioni torsionali né l’andamento seguito dal macchie solarimacchie solari durante il ciclo, il nuovo modello dei fisici della Northwestern University mostra chiaramente entrambi.

Le 6 principali volte in cui l’attività solare ha influenzato la Terra

“Sebbene molti aspetti della dinamica solare rimangano avvolti nel mistero, il nostro lavoro fa enormi progressi nella comprensione risoluzionerisoluzione di uno dei più antichi problemi irrisolti della fisica teorica. Ci mancano ancora i pezzi del puzzle, ma sapere come inizia la dinamo solare è essenziale se speriamo di capirla e fare previsioni migliori sull’attività solare»., concludono i ricercatori. Un’ottima notizia – se confermata – quando sappiamo che gli scienziati oggi stimano che una tempesta di intensità simile a quella geomagnetica all’origine dell’evento Carrington (1859) causerebbe, solo negli Stati Uniti, danni tra 1.000 e 2.000 miliardi di dollari . A meno che gli ingegneri non vengano avvertiti in tempo per evitare il peggio…

-

PREV Francia e Cina lanciano un satellite per sondare le prime stelle dell’Universo
NEXT Il robot aspirapolvere connesso Roborock Qrevo Master è appena uscito ed è già scontato di 200€!