una legge proposta da Cazeneuve

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La questione dell’“inquinamento da plastica” è diventata una questione importante, in particolare nel contesto della diminuzione delle risorse idriche. In questo contesto, il deputato Pierre Cazeneuve propone di vietare le piccole bottiglie d’acqua in plastica. Questa iniziativa mira a ridurre la produzione di rifiuti di plastica e a proteggere l’ambiente. Quali potrebbero essere le implicazioni di questa proposta?

In sintesi

  • Proposta di Pierre Cazeneuve per vietare le piccole bottiglie di plastica dal 2027.
  • Ogni anno in Francia: circa 2 miliardi di piccole bottiglie immesse sul mercato.
  • Crescente sostegno da parte di organizzazioni ambientaliste e politiche.
  • Il divieto potrebbe ridurre significativamente i rifiuti di plastica sulle nostre spiagge.
  • Dibattito parlamentare previsto tra dicembre e marzo per portare avanti questo tema cruciale…

Una situazione allarmante

Le piccole bottiglie di plastica per acqua o soda, sebbene convenienti per i consumatori, rappresentano un serio problema ambientale. In Francia le risorse idriche sono già diminuite del 14% negli ultimi vent’anni.

Ogni anno in Francia vengono vendute decine di milioni di queste bottiglie. Circa 2 miliardi di bottiglie contenenti meno di 50 centilitri vengono immessi sul mercato ogni anno, compresi 90% contenere acqua minerale.

Questa situazione ha spinto Pierre Cazeneuve ad agire. Secondo lui, questo imballaggio di plastica monouso rappresenta una “assurdità ecologica” che deve essere urgentemente corretta.

Una legge per cambiare le cose

Il deputato rinascimentale dell’Hauts-de-Seine ha presentato una proposta volta a vietare 2027 la produzione, distribuzione e utilizzo di imballaggi in plastica per liquidi di seguito 50 centilitri.

Tuttavia, questa legge non riguarderà ancora tutte le piccole bottiglie: non si applicherà finché la realizzazione di punti d’acqua pubblici non sarà sufficiente.

Se adottata, questa misura potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta alla plastica monouso e contribuirebbe ad alleviare l’attuale crisi ambientale.

Numerosi supporti

Diversi attori sostengono questa iniziativa:

  • Marino Bonavitaresponsabile dell’advocacy presso Zéro Waste , ritiene che questa proposta sia un primo passo necessario verso una significativa riduzione della plastica.
  • Muriel Papindelegato generale di No Plastic In My Sea, insiste sull’importanza di una legislazione severa contro questo imballaggio.
  • Il Ministro della Transizione Ecologica, Agnès Pannier-Runacherdovrebbe anche discutere con Cazeneuve per esplorare le modalità pratiche e politiche che circondano la sua proposta.

Queste voci vengono ascoltate mentre in tutta Europa cresce la pressione per agire contro la plastica.

Il divieto proposto potrebbe avere diversi impatti positivi:

  • Permetterebbe una riduzione significativa dei rifiuti di plastica sulle nostre spiagge e nel nostro ambiente.
  • I piccoli formati si trovano spesso tra i rifiuti marini; la loro rimozione ridurrebbe quindi questa piaga…

Se questa legge dovesse passare con successo, potrebbe aprire la strada ad altri divieti su vari articoli di plastica usa e getta come stoviglie o bastoncini di cotone di plastica.

Per comprendere meglio la portata del problema:

  • Ogni anno in Francia vengono vendute decine di milioni di piccole bottiglie.
  • Accanto a 90% provengono dal settore delle acque minerali.

Queste cifre sottolineano non solo l’importanza economica del settore ma anche il suo innegabile impatto ambientale negativo.

Un movimento globale

Questo progetto rientra in una tendenza più ampia osservata di recente: diversi paesi stanno adottando leggi simili per combattere i “rifiuti di plastica”. Ad esempio, alcune normative mirano già a vietare completamente la plastica usa e getta entro il 2040.

Allo stesso tempo si discute anche sul possibile rinvio al 2030 di altri divieti previsti dal 2025 riguardanti alcuni materiali non riciclabili come il polistirolo.

Cosa aspettarci dopo?

A dicembre o marzo prossimo è previsto un dibattito in seno all’Assemblea nazionale per esaminare questa proposta. Sarà necessario attendere un lungo sforzo di lobby prima che possa essere adottato definitivamente.

È probabile che le discussioni future si concentrino sull’attuazione pratica e su come garantire che siano disponibili alternative sufficienti prima di qualsiasi divieto definitivo.

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