La febbre catarrale degli ovini è arrivata in Carinzia

La febbre catarrale degli ovini è arrivata in Carinzia
La febbre catarrale degli ovini è arrivata in Carinzia
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L’epidemia continua. Il sierotipo 4 è stato rilevato in una mucca. I proprietari di animali devono segnalare tempestivamente i casi sospetti all’autorità amministrativa distrettuale competente.

In Carinzia è stato riscontrato il primo caso di febbre catarrale degli ovini nell’attuale epidemia. Si consiglia la vaccinazione. © Budimir Jevtic/stock.adobe.com

In Carinzia è stato riscontrato il primo caso di febbre catarrale degli ovini nell’attuale epidemia. Il sierotipo 4 è stato rilevato in una mucca. Gli animali presenti nello stock sono stati sottoposti a campionamento. L’azienda resterà chiusa per 14 giorni, trascorsi i quali verrà effettuato un secondo campionamento. Se tutti gli animali risultassero negativi, l’allevamento verrà riaperto nel rispetto delle norme sanitarie animali. Anche le popolazioni entro un raggio di 5 km vengono ora controllate per verificare la presenza dell’agente patogeno mediante campioni di sangue. Si prevede che in Carinzia si verificheranno altri casi.

Il sierotipo 3 continua a diffondersi nel Vorarlberg; al momento della stampa erano interessate sei aziende. Finora in Stiria sono stati rilevati tre casi di sierotipo 4. In questo caso è stato riscontrato un decorso grave in una mucca con sierotipo 4, che prima ha abortito e successivamente è morta. In virtù dell’obbligo di notifica, i proprietari di animali sono tenuti a segnalare tempestivamente la sospetta malattia della febbre catarrale all’autorità amministrativa distrettuale competente. Il sospetto sorge negli animali la cui produzione di latte diminuisce, che hanno la febbre alta, mostrano riluttanza a mangiare e a salivare e che hanno infiammazioni ai capezzoli, alle mucose o agli artigli. Solo con un riconoscimento e un intervento tempestivi è possibile contrastare efficacemente la diffusione della malattia animale e quindi evitare sofferenze degli animali, calo delle prestazioni e perdite economiche.

La vaccinazione contro i sierotipi 3 e 4 è volontaria ed è raccomandata dall’autorità veterinaria. In Carinzia il vaccino è fornito dallo Stato. I costi sostenuti per l’attività vaccinale del veterinario supervisore dovranno essere concordati con lo stesso. Sono ipotizzabili un modello temporale (viaggio più costi per l’orario di lavoro) o un modello forfettario. Oltre alla vaccinazione, le specie animali sensibili possono essere protette utilizzando repellenti (medicinali che allontanano il vettore).
Poiché l’Austria è una zona soggetta al monitoraggio della febbre catarrale degli ovini, per lo spostamento all’interno del paese valgono sostanzialmente due condizioni:

1. Da allevamenti indenni da febbre catarrale possono essere trasportati solo animali sani e sulla licenza di trasporto di animali deve essere apposta la dicitura “clinicamente sano”. Gli animali provenienti da allevamenti chiusi possono essere portati direttamente al macello solo con l’approvazione dell’autorità amministrativa distrettuale. Il latte può essere commercializzato perché gli esseri umani non sono sensibili alla febbre catarrale degli ovini.

2. Per gli scambi intracomunitari gli animali devono essere trattati con un repellente per 14 giorni; successivamente è obbligatorio anche un test antigenico negativo. Per la Slovenia, che è esente dal BTV, esiste attualmente una normativa separata: qui gli animali devono essere completamente immunizzati contro il BTV. Dopo due vaccinazioni a distanza di 28 giorni l’una dall’altra e un periodo di attesa di 30 giorni, l’immunizzazione di base dei bovini viene completata e l’animale è quindi pronto per il commercio.
A causa della situazione meteorologica si presume che l’epidemia in Austria continuerà.

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