Ieri, nel suo discorso inaugurale, Trump avrebbe potuto ringraziare i grandi capi delle aziende high-tech per avergli dato la spinta necessaria per rimetterlo in sella.
Inviandogli milioni, ma anche contribuendo a creare un clima culturale favorevole alla sua rielezione.
Perché come ha dimostrato il giornalista Malcolm Harris nel suo saggio Palo Alto: una storia della California, del capitalismo e del mondo, esiste un legame diretto tra la cultura della Silicon Valley e le idee avanzate dal trumpismo.
Vittoria della controcultura
La “cultura” della Silicon Valley, come sappiamo, è emersa all’inizio degli anni ’70 in California.
Sono stati gli hippy come Steve Jobs e Steve Wozniak che, armeggiando con i mini-computer nel loro garage, hanno rivoluzionato il mondo e aperto la strada al trumpismo.
Qual è il legame tra il movimento hippie e Trump?
Come può la controcultura “Peace and Love” produrre un politico come Trump, che sembra incarnare tutto ciò che il movimento hippie ha combattuto?
Come spiegare che i grandi capi delle aziende high-tech si mettono obbedientemente in fila per baciargli i piedi?
Semplice: la controcultura degli anni ’60 è molto più vicina al trumpismo di quanto pensiamo.
Esiste un legame diretto tra il culto della libertà degli hippy e il libertarismo dei trumpisti.
Ho tutti i diritti!
In superficie, il movimento hippie sosteneva il comunitarismo, la solidarietà, in breve, tutto ciò che Trump non è.
Ma è solo un’immagine.
Ciò che motivava gli hippy, infatti, era l’odio per l’establishment, l’odio per le regole (qualunque esse fossero) e la ricerca sfrenata della libertà individuale.
Come diceva Timothy Leary, il papa della controcultura californiana degli anni ’60: “Accendi, sintonizzati, abbandona».
Ritiro e viaggio.
Gli hippy sognavano un mondo senza regole, dove niente e nessuno potesse ostacolare il loro sviluppo personale.
Non è questo che vogliono i libertari?
Per gli hippy l’individuo contava più della società.
Per i grandi capi dei giganti dell’alta tecnologia, le aziende sono al di là della legge e l’individuo ha tutti i diritti.
I giganti del mondo dell’alta tecnologia sono riusciti a creare un mondo in cui l’orizzontalità ha sostituito la verticalità.
E dove la libertà (diffondere notizie false, guardare film piratati, esprimere idee radicali, spiare i cittadini per fare soldi o usare algoritmi per creare dipendenza) è assoluta.
I pericoli che il capitalismo anarchico rappresenta per la democrazia, i diritti dei creatori e la salute mentale dei bambini?
Bah, fanculo!
Abbasso l’establishment, abbasso le regole!
Grazie a internet e al mio personal computer posso fare quello che voglio e ne ho tutti i diritti!
Trump è il figlio del movimento hippie e del capitalismo.
Come se gli anni ’60 e ’80 avessero avuto un bambino.
Lui è uno di noi
Non c’è da stupirsi, quindi, che i Bezo, i Musk e gli Zuckerberg di questo mondo stiano leccando il culo a Trump.
Lui è uno di loro.