Da vent’anni questi musicisti di Kiev, che mescolano suoni etnici ed esplosioni hip-hop, portano i colori del loro paese. Durante il loro tour francese, visiteranno il 22 gennaio 2025 al Cabaret Sauvage, a Parigi.
Di Anne Berthod
Pubblicato il 20 gennaio 2025 alle 14:30
SI quattro membri hanno iniziato attraversando il loro paese in bicicletta e in canoa per raccogliere le canzoni degli anziani. Oggi, il gruppo neofolk Dakhabrakha sfida i droni russi in un’Ucraina in fiamme e continua, tra due allarmi aerei, a riportare in vita il centro d’arte di Kiev dove sono nati. Vent’anni di lotta combattuta su tutti i fronti, tra polifonie inquietanti, sonorità etniche e slanci hip-hop, per preservare una cultura ucraina ormai a rischio di estinzione. “Dopo trecento anni di divieti, censura ed eliminazione delle élite da parte del potere zarista e poi sovietico, il fatto stesso che si possa ancora parlare di cultura ucraina è un miracolo”, osserva Marko Halanevych.
Il cantante del gruppo ci scrive dalla regione di kyiv, dove è tornato a stabilirsi la scorsa estate con la famiglia, dopo due anni di esilio in Normandia: “Bisogna vivere in Ucraina, altrimenti che senso hanno le imprese quotidiane dei nostri soldati e volontari? » Durante il concerto parigino di Dakhabrakha, immagini di queste “eroi comuni” sfilerà dietro gli alti copricapi folcloristici dei tre cantanti, sempre indossando abiti spettacolari. Un modo di condurre una campagna contro l’imperialismo russo, ma anche di sferzare le tradizioni con un vento corroborante, con una strumentazione sfrenata (percussioni, fisarmonica, violoncello, ukulele, ecc.), per armare meglio la loro trance mutevole e ribelle.
Il 18 gennaio a Dreux, 19 a Laval, 20 a Saint-Brieuc, 23 a Rezé, 24 a Bordeaux, 26 a Tulle… Tutte le informazioni e i biglietti sul loro sito.
svizzero