Nick Suzuki è diventato oggetto di scherno negli spogliatoi

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Nick Suzuki, lo rispettato capitano dei Montreal Canadiens, sta attraversando una stagione in cui la sua disciplina e la sua intelligenza di gioco lo proiettano in una categoria tutta sua.

Con soli 4 minuti di penalità in 40 partite, Suzuki è in corsa per un trofeo che fa sempre parlare di sé nello spogliatoio: il famoso Lady Byng.

Non c’è bisogno di citare il suo nome per capire perché riesce a provocare scoppi di risate in uno sport dove la cultura ancora valorizza «ragazzi duri».

In una Lega Nazionale dove la tenacia e l’intimidazione fisica sono quasi marchi di fabbrica, un giocatore che si distingue per la sua sportività mentre produce sul ghiaccio a volte può sembrare una curiosità.

Suzuki, con la sua calma olimpica, la sua compostezza e il suo atteggiamento impeccabile, è proprio questo tipo di giocatore.

Ma al di là delle prese in giro, c’è una profonda ammirazione per la sua capacità di elevare il suo gioco pur rimanendo esemplare.

Nick Suzuki è utilizzato in tutte le salse. Nel 5 contro 5, nel power play, sul rigore, ai supplementari: è sul ghiaccio quasi per tutto.

Con un tempo di gioco medio di 19 minuti e 25 secondi a partita, è uno dei giocatori più ricercati del canadese. Eppure, nonostante questo enorme carico di lavoro, è riuscito a evitare errori inutili.

Questa disciplina è tanto più impressionante in quanto Suzuki non è un giocatore passivo. È al centro dell’azione, disegna i dischi con precisione e prende decisioni rapide ed efficaci.

È l’esempio perfetto di cosa significhi giocare in modo intelligente. È questo mix di costanza, talento e disciplina che lo colloca tra i seri candidati a vincere un trofeo che il canadese non sollevava dal 1988, quando lo vinse Mats Näslund.

Naturalmente, alcuni potrebbero vedere questo trofeo come una ricompensa per l’esistenza ” Tipo “un concetto che può far sorridere in uno sport spesso percepito come crudo.

Ma in realtà questo premio mette in luce un aspetto del gioco spesso sottovalutato: la capacità di giocare ad alto livello senza rinunciare alla sportività o all’efficienza.

Suzuki è un modello di disciplina, ma è anche un giocatore performante. Con 41 punti in 40 partite in questa stagione, mantiene una produzione costante che ricorda quella dei migliori centri del campionato.

Il suo contributo non si limita ai punti; è un leader dentro e fuori dal ghiaccio e mostra ai suoi compagni di squadra che è possibile avere un impatto importante senza compromettere i suoi valori.

Il Lady Byng potrebbe essere il trofeo meno affascinante della NHL, ma è anche uno dei più complessi da vincere.

Essere disciplinati mentre si gioca ad alto livello non è da tutti. I giocatori che l’hanno vinto in passato, come Nathan MacKinnon, Aleksander Barkov e Anze Kopitar, sono tutti giocatori d’élite riconosciuti per il loro impatto sul gioco.

Per Suzuki questo trofeo rappresenterebbe molto più che un simbolo della sua disciplina. Sarebbe il riconoscimento della sua capacità di dominare il gioco in modo pulito, rispettando le regole e gli avversari.

In un team giovane che cerca di instaurare una cultura del lavoro e del rispetto, il suo esempio è inestimabile.

Nello spogliatoio Suzuki poteva essere preso in giro per la sua disciplina impeccabile. Ma queste prese in giro sono tutt’altro che dannose.

Piuttosto, riflettono l’affetto e il rispetto che i suoi compagni di squadra nutrono per lui. Perché al di là delle battute, tutti sanno che la Suzuki è il motore di questa squadra.

È il capitano che dà l’esempio, il giocatore che non si lascia mai prendere dal panico, anche nei momenti più intensi.

La sua calma e il suo autocontrollo ispirano i suoi compagni di squadra, ed è ciò che lo rende un leader così prezioso per il canadese.

Quindi sì, forse Lady Byng non è il trofeo più ambito in un campionato in cui la tenacia è apprezzata.

Ma se Suzuki vincesse, sarebbe la prova che l’hockey non è solo questione di forza bruta. È anche uno sport di intelligenza, finezza e disciplina.

E per questo Nick Suzuki merita tutto il rispetto. Ben fatto, capitano. Continua ad aprire la strada.

Amen

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