1 euro = 1,0226 dollari. “Iniziamo l’anno e tutti sono entusiasti del dollaro”

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Il dollaro ha iniziato l’anno senza perdere slancio, ancora spinto dallo spostamento delle traiettorie economiche e monetarie tra gli Stati Uniti e la maggior parte degli altri paesi, con i trader valutari che hanno visto la tendenza accentuarsi anche sotto Donald Trump.

Intorno alle 20:35 GMT, l’indice del dollaro, che paragona il biglietto verde a un paniere di sei valute, si attestava a 109.281 punti. In precedenza, aveva raggiunto il livello più alto dal novembre 2022. Nella prima ponderazione di questo paniere, anche l’euro è sceso ad un livello più osservato da quasi 26 mesi, a 1,0226 dollari per euro.

Gli indicatori della giornata hanno confermato che l’economia americana è rimasta posizionata meglio rispetto ai suoi principali concorrenti. Le richieste settimanali di disoccupazione sono scese al livello più basso degli ultimi otto mesi, cogliendo di sorpresa gli economisti.

Inoltre, l’indice PMI di S&P Global ha mostrato un’attività significativamente più elevata del previsto nel settore manifatturiero a dicembre negli Stati Uniti. Il suo equivalente nella zona euro, pubblicato dalla banca tedesca HCOB, è risultato inferiore alle previsioni e in calo su un mese.

Sul fronte monetario, gli operatori vedono la Federal Reserve americana (Fed) effettuare, nella migliore delle ipotesi, un solo taglio dei tassi su tutto il 2025, rispetto agli almeno quattro della Banca Centrale Europea (BCE). Questa divergenza è evidente nel mercato obbligazionario, dove il divario tra i tassi statunitensi a 10 anni e i loro equivalenti tedeschi rimane vicino al massimo quinquennale, registrato a metà dicembre.

“Iniziamo l’anno e tutti sono entusiasti del dollaro”

“Iniziamo l’anno e tutti sono entusiasti del dollaro”, ha commentato Brad Bechtel di Jefferies. “Considerando Trump (il futuro presidente americano Donald) e le misure che potrebbe adottare, penso che il dollaro continuerà il suo slancio nelle prossime settimane, probabilmente fino all’inaugurazione” del 20 gennaio, anticipa l’analista.

Durante questo periodo, Brad Bechtel non esclude che il “biglietto verde” – uno dei soprannomi del dollaro – raggiunga la parità con la moneta unica. Tuttavia, una volta che il nuovo governo Trump sarà in carica, “potremmo vedere ulteriori turbolenze”, avverte l’analista.

Il temperamento imprevedibile di Donald Trump e l’effetto incerto del cocktail di misure annunciate dal presidente eletto potrebbero quindi aumentare la volatilità sul mercato dei cambi.

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