Louis Cloutier lavora come giornalista dal 1978. Ha iniziato scrivendo, per poi ritrovarsi presto in televisione dove porta avanti la sua carriera ancora oggi. La testa dell’antenna Notizie del fine settimana di Mauricie–Québec centrale Julie Grenon ha parlato con il giornalista veterano.
Intervista di Julie Grenon con Louis Cloutier
Foto: Radio-Canada / Fanchon Aubry
Estratti dall’intervista a Louis Cloutier
Giulia Grenon : Louis, la professione si è evoluta enormemente in 45 anni. Avete sperimentato l’arrivo di canali di informazione continui: LCN, RDI. Ha cambiato profondamente il modo in cui viene fatto o erogato il giornalismo, i requisiti.
Louis Cloutier : Tutto ha accelerato in quel momento. Ero alla TVA. LCN è andato in onda nell’autunno del 1997, quindi è stata una vera novità, ma avevamo iniziato a integrare le trasmissioni in diretta nella nostra presentazione quotidiana. La prima attrezzatura live che abbiamo avuto è stata nel 1995 e lì siamo stati incoraggiati a farlo, non eravamo abituati a quello. […] ma ci siamo abituati. Se dico che ha accelerato molto velocemente è perché poi è decollato. Queste erano trasmissioni in diretta che dovevano essere fatte tutto il giorno.
Giulia Grenon : Hai sempre argomenti da suggerire la mattina. Dove li prendi?
Louis Cloutier : Quando cammini per le strade della città o della regione, finisci per vedere cosa c’è di diverso, cosa è fuori posto, cosa è stato aggiunto. Ciò si traduce sempre in notizie. Certo anche noi conosciamo le persone, finiamo per avere una rete che ci nutre, che ci mette sulla strada giusta. Ma spesso è per anticipazione. Stavo leggendo, lontano dall’idea di paragonarmi a Wayne Gretzky… Wayne Gretzky parlava della sua tecnica. Lui non segue il gioco, va dove va il gioco, poi mi sono detto, è quello che sto cercando di fare, non con i successi di Wayne Gretzky, ma dipende sostanzialmente dal mio metodo di lavoro. . Alla fine mi ritrovo con tre, quattro soggetti al giorno.
Giulia Grenon : A volte le persone diranno: dopo il giornalismo, se Louis dovesse andare in pensione, forse potrebbe essere interessato o potrebbe essere avvicinato da partiti politici
. È qualcosa che potrebbe interessarti?
Louis Cloutier : La gente mi faceva richieste del genere, di sfuggita. Ma è abbastanza chiaro che non volevo fare il salto. Trovo che i funzionari eletti siano trattati duramente nella nostra società. Quindi questo è un fattore dissuasivo, penso. Del resto l’ho sempre detto nella mia copertina: rispetto tutti, rispetto la vedova e l’orfano, lo storpio, l’infortunato, il ricorrente, ma anche chi è ricco, chi è molto ricco, l’imprenditore e chi funzionari eletti. E forse di più per i funzionari eletti perché hanno un mandato popolare, sono stati eletti democraticamente, sono investiti di legittimità democratica e legale. Non dico che non si debbano interrogare i politici, tutt’altro, bisogna seguirli, poi loro dovrebbero venire a spiegarsi, ma io sto sempre attento, rispettando il ruolo dell’eletto.
Giulia Grenon : Ci sono cose che non desideri più coprire, che dici: no, mai più
?
Louis Cloutier : Le notizie, i drammi, ne ho abbastanza. E Dio sa che qui, per metro quadrato, mi sembra che ce ne siano più che altrove. Abbiamo visto tutti i tipi di tragedie. Cédrika e c’erano gli otto bambini di Saint-Jean-Baptiste de Nicolet nel 2000. Io ero lì, uno dei primi ad arrivare sulla scena, uff… è stato difficile e non voglio che si ripeta. Chiedo di essere esonerato adesso, per quanto possibile, da questo tipo di coperture, ho fatto abbastanza.
Giulia Grenon : C’è un reportage che avresti voluto fare e che non hai mai potuto fare o che non hai avuto la possibilità di fare?
Louis Cloutier : No, non mi pento di nulla. Informazioni con la I maiuscola, i miei colleghi se ne occupano molto bene. Per me sono informazioni con la i minuscola: extra, cose della vita che corrispondono alla mia definizione di notizia, sempre. Ma non avrei mai sognato di intervistare Madre Teresa o Nelson Mandela. No, mi accontento di quello che ho a portata di mano.
Giulia Grenon : Louis, hai in mente una data di pensionamento o vuoi esercitare questa professione per tutto il tempo che vorrai?
Louis Cloutier : La domanda è buona. Non c’è data di scadenza. Lo dico sempre, facciamo un lavoro che può essere paragonato a quello di un artista, di un musicista. Si è detto quando è arrivata l’età della pensione, mi fermo? Ebbene no, quello che osserviamo è che continuano il più a lungo possibile. Probabilmente è lo stesso per me. Quindi non c’è una data di fine, soprattutto perché posso rallentare un po’. Io non lavoro 5 giorni alla settimana, è una settimana di 4 giorni, poi possiamo anche restringerla, per andare il più lontano possibile, ma non ho in mente di stabilire un record.