In generale non si parla mai di treni che arrivino in orario. È un po’ il caso del Campionato delle Nazioni Africane (Chan) 2025, la cui fase finale è in programma dal 1 al 28 febbraio 2025, co-organizzata da tre paesi: Kenya, Uganda e Tanzania, dove si parla più di assenti che di assenti. sui paesi che ospiteranno la fase di qualificazione.
L’ultimo turno di qualificazione è infatti previsto nell’ultima decade di questo mese di dicembre (andata dal 20 al 22 e ritorno dal 27 al 29) dove sono in lizza 30 selezioni.
Tuttavia, l’annuncio tardivo di questa competizione, lo scorso settembre, e le difficoltà incontrate dai paesi ospitanti nell’essere pronti ad ospitare questo evento, hanno gettato ulteriore confusione e soprattutto apprensione nello svolgimento di questo torneo dove la rendicontazione del rischio incombe seriamente.
Questa situazione sembra addirittura dare ragione ad una quindicina di nazioni che hanno rifiutato di impegnarsi nella fase di qualificazione.
La difficoltà per alcuni (Somalia ed Eritrea) di organizzare una selezione locale e il problema del fitto calendario per altri (Algeria, Egitto, Tunisia, Sud Africa, ecc.) hanno portato 15 nazioni a raggiungere lo stallo sul prossimo Chan 2025 e ha aperto la strada a tutte le polemiche, nonché ad attacchi diretti contro il Caf che, bisogna ammetterlo, si è dato la zappa sui piedi facendosi vedere non è in grado di proteggere questa competizione integrandola nel proprio calendario con sufficiente anticipo e designando uno o più paesi in grado di ospitarla. E anche a questo livello c’è un problema, con il Kenya che non è pronto e che potrebbe essere sostituito dal Ruanda.
Ma a livello Caf continuiamo a mantenere questa competizione e non si tratta di cancellarla e tanto meno di eliminarla del tutto, come alcuni suggeriscono. Questa competizione è una vera opportunità per diverse nazioni di esibirsi e mostrare i progressi rilevati a livello di campionato nazionale.
Certamente il Can e il Mondiale sono competizioni più gratificanti e rappresentano obiettivi abbastanza alti per alcune nazioni, ma per altre il Chan resta una grande vetrina e un’occasione per misurare il grado di progresso del calcio locale.
Toccherà quindi al Caf impegnarsi maggiormente per promuovere il Chan e renderlo un evento imperdibile, attrattivo e con vantaggi economici più interessanti per le selezioni partecipanti.
Con Africafootunited