“La traversata del deserto lo ha cambiato”: Emile Ntamack parla della trasformazione di suo figlio

“La traversata del deserto lo ha cambiato”: Emile Ntamack parla della trasformazione di suo figlio
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Antonio Tallieu

pubblicato su

1 luglio 2024 alle 18:08

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Il potente legame che unisce Emile Ntamack per i suoi due ragazzi non ha bisogno di presentazioni. Vibra con loro, soffre con loro e oggi vive il rugby attraverso di loro. Quando Romain Ntamack Ha sudato sangue e acqua per tornare più forte dalla rottura del legamento crociato dello scorso agosto, che gli è quasi costata la Coppa del Mondo, “Milou” non era mai lontano.

Versare Rugby di Attualitàl’ex brillante ala dei tre quarti della nazionale Stadio del Tolosa racconta questa stagione particolarissima vissuta dal figlio, che lo ha portato dal lavoro nell’ombra all’ebbrezza di un clamoroso double.

Attuale: Lei è stato uno dei rari testimoni ad aver seguito Romain Ntamack durante la sua convalescenza. Cosa ricordi di questo periodo?

Emile Ntamack: Innanzitutto è un investimento enorme, sia fisico che mentale, poter tornare. Dietro tutto questo ovviamente c’è lavoro e organizzazione. Una volta digerita l’assenza ai Mondiali, è stata lineare. Si è preso il tempo con il supporto medico per costruire il suo ritorno. Ciò è stato fatto correttamente, le aspettative sono state sempre confermate e non ci sono state spiacevoli sorprese. I carichi erano ben dosati, permettendogli di spingere i suoi limiti pur essendo certo che non avrebbe avuto un impatto sul ginocchio rallentandolo in seguito.

Buona la gestione del ritorno in gara di Ntamack

L’annuncio della sua futura paternità è stato una boccata d’aria fresca in questo difficile periodo di riabilitazione?

E.N : Credo che lo abbia anche fatto maturare e mettere le cose in prospettiva rispondendo alla domanda “Cos’è dopotutto il dramma?”. Perdere un Mondiale, per il quale ti sei preparato per 4 anni, è una grande delusione. Ma è questa una tragedia, come quella che vediamo in tutto il mondo? Questo annuncio di paternità ha messo il rugby al suo posto. Ha fatto ogni sforzo per tornare perché è appassionato ma anche perché tutti i suoi sforzi ormai non sono più solo per lui. In termini di motivazione, non puoi trovare di meglio.

Ti ha sorpreso con la sua capacità di tornare velocemente ad ottimi livelli?

E.N : No, perché già da due mesi aveva potuto fare opposizione senza costrizione. Semplicemente non aveva motivo di affrettarsi. Dicono che 7 mesi sono tanti, ma non esiste una durata standard. Ha avuto il tempo libero e il lusso di scegliere la data del suo ritorno. Quando ha giocato di nuovo, non è stato per mettersi alla prova. Sapeva già di essere in perfetta forma.

Più forte fisicamente e mentalmente

Come giudichi la sua evoluzione fisica?

E.N : Ha potuto rinforzarsi fisicamente durante la convalescenza, ma questo è l’obiettivo anche quando hai un infortunio lungo. Si è preso il tempo per migliorare le sue forze con diversi preparatori fisici, per vedere anche altri sport come l’atletica… Era curioso durante questo periodo. Tutto questo lo rende un giocatore più forte oggi. Lo era già prima, ma qui, a 95 kg, per un mediano d’apertura, è imponente. È diventato un giocatore più completo, questo è certo.

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Temeva per una possibile ricaduta?

E.N : Siamo sempre preoccupati per i nostri figli. Ovviamente, c’era l’episodio di Anthony Jelonch che era nella mia mente. Ma questo era un caso diverso, con una ripresa più rapida. Cerchiamo di convincerci che tutto sia stato fatto bene ma non riusciamo a toglierci i dubbi. Ci conviviamo. Quando è tornato in campo aveva la certezza che fosse il momento, che non fosse troppo presto. Forse gli potrebbe mancare un po’ di ritmo all’inizio, ma si era preparato a sufficienza per questo.

“Un giocatore forte a tutti i livelli”

Come ti sei trovato nella fase finale?

E.N : Direi uguale a se stesso, nella capacità di compiere il gesto giusto, di portare l’elemento aggiuntivo necessario alla squadra al momento opportuno. Era molto pulito e molto efficiente. A fine stagione ho visto soprattutto forza di carattere, soprattutto in Coppa Campioni. La sua traversata del deserto lo ha cambiato, lo ha rafforzato e gli ha dato più fiducia. Resta giovane ma è un giocatore forte a tutti i livelli.

La ruota ha girato con questa doppietta, che controbilancia le frustrazioni dei mesi precedenti…

E.N : È ancora in funzione. Ciò che ha vissuto l’anno scorso è stato molto duro. Lei era in fondo, oggi lui è in vetta con questi due titoli ma quello che conta è il percorso che ha seguito per arrivare fin lì. Se lo è andato a cercare, prima trovando il suo posto perché la concorrenza è terribile. Si è dato i mezzi per tornare molto forte perché conosceva la durezza della sfida. Ci è riuscito e oggi può esserne fiero.

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