Par
Clemente Mazzella
Pubblicato il
21 novembre 2024 alle 6:30
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Pierre Berbizierex allenatore del XV di Francia dal 1991 al 1995, si è confrontato in passato con situazioni non facili da gestire. Non però al livello di Fabien Galthié/Matthieu Jalibert. Per Ai tempi del Rugbygli Alti Pirenei hanno parlato delle ultime tensioni tra i due uomini e sono chiaramente a favore del dialogo tra loro, piuttosto che di una stupida e sgradevole sanzione.
Atto: Da allenatore, ha riscontrato un caso simile a quello di Matthieu Jalibert, con un giocatore che, deluso o non soddisfatto del suo ruolo, ha preferito lasciare il girone della Francia prima di una partita?
Pierre Berbizier: Non proprio, no. Non mi è stata segnalata questa situazione come tale. Ma ho dovuto affrontare una situazione molto particolare durante l'annuncio della squadra, con uno sbalzo d'umore da parte di un giocatore…
Berbizier e gli sbalzi d'umore di un giocatore
Raccontaci…
PB: Era durante i Mondiali del 1995. Nel girone affrontammo la Scozia, l'avversario più prestigioso, nella terza partita. Alcuni giocatori pensavano che avrei schierato i titolari nella prima partita, per farli recuperare, per poi schierarli nuovamente contro la Scozia. Avevo annunciato che in queste prime due partite avrebbero giocato tutti. E durante l'annuncio della prima partita, quando questo giocatore ha capito che non avrebbe giocato la prima partita, è uscito dalla stanza dondolando la sedia. Una situazione davvero non semplice…
Cosa hai fatto per evitare che le cose degenerassero e che la situazione diventasse incontrollabile per te, coach?
PB: Ho chiesto all'allenatore dell'epoca, Guy Laporte, di terminare l'annuncio della squadra. Ho chiesto al capitano e a due persone vicine al giocatore in questione di andare a trovarlo nella sua stanza e di spiegargli che con questo stato d'animo sarebbe tornato il giorno dopo (i Blues erano al Sud). Africa, ndr). Sono andati a parlare con lui e 5 minuti prima dell'inizio dell'allenamento è venuto in camera mia per dirmi che sarebbe rimasto, ma che non capiva perché non giocava. Abbiamo parlato per chiarire le cose. Ha svolto un ottimo allenamento in difesa, probabilmente uno dei migliori, ed entrambi abbiamo lasciato il campo di allenamento insieme. Eravamo a 5-6 chilometri dall'albergo, gli ho chiesto di mettersi le scarpe da tennis e siamo corsi insieme per risolvere il dissidio appena avuto.
Il caso di Matthieu Jalibert
Da ex allenatore, è rimasto sorpreso dalla decisione di Matthieu Jalibert di lasciare il girone del XV di Francia prima della partita contro gli All Blacks, quando sarebbe dovuto essere una riserva (tra i 5 elementi in tribuna, ndr)?
PB: È molto difficile giudicare una situazione quando non si conoscono tutti gli elementi. Non posso permettermi di posizionarmi senza sapere cosa è successo tra Fabien Galthié e Matthieu Jalibert. Non so quali siano i criteri di questa scelta, se ne è discusso con lui e/o con il resto del gruppo.
Può un giocatore permettersi di collocarsi al di sopra dell'istituzione del XV francese?
PB: NO. Ma Matthieu Jalibert aveva l'atteggiamento di porsi al di sopra dell'istituzione? Non credo. Qualunque cosa accada, il XV francese è la priorità e il singolo deve adattarsi ai vincoli della squadra. Matthieu Jalibert ha capito la spiegazione di Fabien Galthié per aver inserito Thomas Ramos al numero 10? Ha frainteso alcuni elementi? Allora si vedeva come il numero 3 nella gerarchia? Non siamo dentro al gruppo e non possiamo giudicare per ipotesi.
Mercoledì mattina Fabien Galthié ha dichiarato che non c'erano polemiche con Matthieu Jalibert, che aveva bisogno di rigenerarsi. Come percepisci questa uscita?
PB: Fabien vuole calmare le acque. Penso che la sua reazione sia abbastanza salutare. Il traguardo del Mondiale è ancora lontano e Fabien ha bisogno di tutti. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, tra infortuni, prestazioni scarse… Vedo davvero l'intenzione di calmare le cose.
Un allenatore perdona facilmente il talento? A Matthieu Jalibert non mancano certo…
PB: Il talento c'è, ovviamente, ma anche il resto. Dobbiamo rispettare il lavoro degli altri. Il talento senza lavoro, disciplina e condivisione dei vincoli di una squadra non ha posto. Quanti giocatori di talento sono scomparsi dalla circolazione?
Quale soluzione tra Galthié e Jalibert?
La prossima sfida di Fabien Galthié sarà reintegrarlo in questa squadra francese…
PB: (Taglia). Non lo sappiamo. C'è concorrenza. Dovrebbe tornare Romain Ntamack, Thomas Ramos ha dimostrato di essere più di un'opzione di riserva… E poi, Antoine Hastoy verrà richiamato? Gli altri giocatori non segnaleranno? Dobbiamo porci anche una domanda: quali sono i rapporti di Matthieu Jalibert con il gruppo francese? Non abbiamo gli elementi nemmeno per sapere se si tratta di “reinserimento”. Per Galthié Jalibert forse fa ancora parte del gruppo….
Ascoltandola, abbiamo l'impressione che lei sia più favorevole ad uno scambio tra i due uomini per risolvere le cose, piuttosto che ad una sanzione…
PB: SÌ. Credo che sia nel loro interesse discutere, mettere le cose sul tavolo e chiarire la situazione. Fabien ha davvero bisogno di dirgli per cosa lo sta criticando, ma anche il lavoro che deve essere fatto per essere il numero 1 o il numero 2, e che Matthieu fa lo stesso. È importante che Matthieu sappia cosa ci si aspetta da lui e che Fabien sappia se il giocatore è in grado di investire su questo. Ciò avverrà attraverso uno scambio, e soprattutto non nella pubblica piazza. Questa questione è troppo lontana dal quadro dei XV di Francia: è all'interno di loro, tra loro, che bisogna risolverla.
Inoltre, trovate il podcast della trasmissione 100% Rouge et Noir su Radio al 100%. – in collaborazione con Ai tempi del Rugby – sotto. Pierre Berbizier è stato ospite dello show mercoledì 20 novembre.
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