La settimana scorsa “è stata dura”, ammette il manager del Dacquois Jean-Frédéric Dubois. Prima della copiosa sconfitta contro Béziers, l’USD deplorava le assenze di Jope Naseara e Ratu Nacika, messi in custodia di polizia giovedì 7 novembre e perseguiti dalla procura di Dax, separatamente e rispettivamente per presunti atti di “violenza” e “di aggressioni sessuali”. commesso in stato di ebbrezza durante una serata “troppo ubriaca”.
Il club, a tutti i livelli, ha ricevuto i suoi due giocatori in più occasioni e sta rispettando i tempi giudiziari prima di prendere una decisione disciplinare. Ratu Nacika sarà giudicato il 21 novembre dal tribunale penale del Dax, per Jope Naseara bisognerà aspettare il 25 maggio. Nel frattempo “le cose verranno messe in atto dalla direzione, il che è molto positivo”, ritiene il manager di Dacquois. Farò qualcosa anche con loro”.
E in un lasso di tempo più breve e in vista del derby, bisognava decidere la sorte dei due giocatori, presenti in allenamento questa settimana, e questo compito è toccato allo staff, come indicato dal presidente del consiglio Benjamin Gufflet in un’intervista a “Sud Ouest”: “La decisione finale spetta a Jeff (Dubois), come al solito. »
Opinione dal campo
Il ct, che ha deciso di schierare l’esterno Jope Naseara e di lasciare fuori Ratu Nacika dal gruppo, spiega: “Penso che questo debba essere nella mente di “Junior” (soprannome di Ratu Nacika, ndr). Sarà giudicato giovedì prossimo e la soluzione migliore è stata aspettare fino a questo termine. Jope passerà a maggio e aspettare fino a quella data sembra complicato, soprattutto perché il suo caso sembra, tra virgolette, meno grave. »
Avrà la testa nel rugby questo sabato? Lo staff dice di accertarsene: “Ne abbiamo parlato, abbiamo sistemato le cose. Mi aspetto una reazione positiva da parte sua sul campo, che mostri un’immagine migliore di quella vista negli ultimi giorni – è stato fotografato in particolare sul giornale “Sud Ouest” –, che mostri il Jope che vogliamo vedere, che vediamo ogni giorno. »
Il ritorno del giovane esterno fijiano, effettivo già nella settimana successiva alla commissione dei presunti atti, beneficia della solidarietà dei compagni, come spiega il capitano Jean-Baptiste Barrère: “È successo qualcosa, rugby escluso. Gli altri giocatori non c’erano, lo staff e la dirigenza hanno preso la loro decisione, ci siamo detti che saremmo rimasti uniti. Questi ragazzi vengono dall’altra parte del mondo, non hanno famiglia, né punti di riferimento. Non possiamo lasciarli soli. »