Si è dichiarato inseguitore dei suoi due rivali ma intende batterli questo giovedì a Dublino. Abdelatif Benazzi, ex seconda o terza linea dei Blues (56 anni, 78 presenze), si candida alla presidenza del World Rugby, la federazione internazionale, la cui elezione avverrà nella capitale irlandese.
Per fare questo Benazzi, entrato nel comitato di orientamento politico, il nuovo organo direttivo della FFR, dopo la rielezione di Florian Grill lo scorso 19 ottobre a presidente, dovrà soprattutto recuperare il tempo perduto sul favorito, il L’australiano Brett Robinson, affiancato dall’inglese Bill Beaumont, presidente uscente.
Il terzo contendente in corsa è l’italiano Andrea Rinaldo. Solo due francesi hanno già ricoperto la carica: Albert Ferrasse e Bernard Lapasset. Durante tutta la sua campagna, Abdelatif Benazzi ha ribadito il suo slogan: aprire l’istituzione a più paesi. Scuoti anche il conservatorismo.
«Il rugby mondiale sta andando malissimo», spiega Benazzi in un’intervista all’AFP. Durante i Mondiali potremmo avere l’impressione che sia uno sport globale ma in realtà riguarda solo alcuni grandi paesi, presenti da 100 anni, mentre pochi paesi stanno emergendo. E allo stesso tempo, questi grandi paesi si trovano in difficoltà finanziarie, la maggior parte con deficit operativi superiori a 10 milioni di euro. C’è l’allerta, la barca rischia di affondare. »
L’ex capitano dei Blues suggerisce di rivolgersi a regioni spesso lasciate nell’ombra. “Per attirare gli investitori bisogna aprirsi al mondo”, aggiunge. Dobbiamo investire in alcuni paesi anche se ciò significa ricevere dividendi in pochi anni. Oggi, 11 paesi rappresentano il 70% dei diritti di voto nel World Rugby, il che contribuisce al conservatorismo. Spagna e Portogallo non hanno il diritto di discutere. E non capisco perché siamo titubanti nei confronti dell’Africa, che in futuro (nel 2100 secondo un rapporto ONU) rappresenterà il 40% dell’umanità. Al contrario, non possiamo destinare un quarto del budget al Nord America, con i Mondiali negli Stati Uniti nel 2031”.
Apertura quindi, ma anche fermezza. Sui temi attuali, Abdelatif Benazzi è infatti contrario alla nuova regola collaudata del cartellino rosso dopo 20 minuti. “Un cartellino rosso è un cartellino rosso, non ci deve essere confusione”, insiste. Questa può essere una strategia pericolosa per il rugby, molto più violenta ed è per questo che siamo completamente contrari. »