Disagi tra Samuel Montembeault e Félix Séguin: il portiere ha parlato troppo

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Samuel Montembeault ha sorpreso tutti dicendo a Félix Séguin che aveva in mente il Torneo 4 Nazioni.

Perdono?

I Montreal Canadiens stanno attraversando un periodo difficile e Montembeault, che dovrebbe concentrarsi sulle prestazioni, pensa invece al Team Canada? Questa è un’affermazione che rischia di far rabbrividire.

Montembeault, che fatica a fornire la continuità attesa sotto rete, sembra pronto a dirottare la sua attenzione sulle competizioni internazionali.

Naturalmente, rappresentare il proprio Paese è un onore, ma la tempistica di questa dichiarazione solleva seri interrogativi. Con statistiche che lasciano a desiderare e una difesa che ha più che mai bisogno di stabilità, non era certo il momento di parlare di aspirazioni fuori dal club.

Le aspettative erano alte per Montembeault in questa stagione, soprattutto dopo che Kent Hughes è stato confermato come portiere numero uno.

Ma lasciando intendere che sta già pensando ad un altro torneo, il portiere dà l’impressione di non concentrarsi sugli obiettivi immediati.

Forse dovrebbe ricordarsi che è dimostrando quotidianamente solidità con il CH che meriterà un posto nel Team Canada.

È tempo che Montembeault si dia una mossa, rimetta a fuoco le sue priorità e dimostri a Montreal, e non altrove, che può essere la soluzione sotto rete.

Samuel Montembeault è oggi al centro di un turbinio mediatico e di una pressione costante, un contesto che gli dà poca tregua.

Dopo una serie di prestazioni poco convincenti, disgeli e statistiche deludenti, il quebecchese sembra aver perso il sostegno dei tifosi e dell’organizzazione stessa.

Il minimo dei suoi errori viene analizzato, amplificato e utilizzato per giustificare la sua possibile sostituzione con Jakub Dobes e Jacob Fowler, mentre le critiche pubbliche nei confronti di Stéphane Waite, ex allenatore dei portieri del CH, aggiungono benzina sul fuoco.

Waite, che non perde occasione per mettere in discussione le capacità di Montembeault, continua a proclamare che quest’ultimo non è il portiere che può condurre i Montreal Canadiens verso un futuro competitivo.

Il discorso di Waite, che moltiplica le dichiarazioni sulle debolezze tecniche e mentali di Montembeault, sembra trovare eco tra i tifosi, già frustrati dai recenti risultati del CH.

Anche il management sembra avere poca fiducia in Montembeault. Kent Hughes non ha mai nascosto il suo desiderio di rafforzare la posizione del portiere, e i numerosi tentativi sul mercato delle transazioni – che si tratti di Yaroslav Askarov o addirittura del veterano Marc-André Fleury – hanno solo alimentato dubbi sul futuro di Montembeault a Montreal.

Hughes era persino disposto a sacrificare una scelta al primo turno e a considerare Filip Mesar per ottenere Askarov, una mossa indicativa della sua fiducia limitata in Montembeault.

In questo clima, Montembeault deve anche affrontare l’ascesa di giovani speranze come Jacob Fowler, soprannominato “l’ottava meraviglia del mondo” e presentato come potenziale erede di Carey Price.

Il suo brillante inizio di stagione al Boston College ha attirato l’attenzione dei tifosi e ha messo ancora più pressione su Montembeault, che sapeva che i suoi giorni come portiere titolare erano contati.

Il sostegno della dirigenza, già debole, si sgretola ulteriormente ad ogni partita difficile. Montembeault, accusato da alcuni di disinvoltura per il suo atteggiamento e le sue dichiarazioni post-sconfitta, sembra avviato verso un’inevitabile fine della sua carriera a Montreal entro la scadenza del suo contratto triennale.

La minima prestazione negativa alimenta le voci su un suo sostituto, un destino che appare sempre più segnato.

Montembeault, di fronte a questa situazione, non dovrà solo lottare per mantenere la sua posizione ma anche per dimostrare di poter superare le ridotte aspettative dell’organizzazione e dei tifosi.

Tuttavia, con Fowler e Dobes che lo seguono, il suo futuro sembra sempre più incerto, forse già pronto per l’uscita.

Mentre Samuel Montembeault attraversa uno dei periodi più bui della sua carriera con i Montreal Canadiens, è quasi ridicolo sentire che sta ancora pensando a un posto in rappresentanza del Canada.

Questa ambizione, anche se possiamo trovarla nobile, è completamente in disaccordo con la realtà attuale.

Come può seriamente immaginare di difendere i colori del Paese quando fatica a difendere le reti del suo stesso club, un club in piena ricostruzione che mette persino in dubbio la sua capacità di giocare nella NHL?

Gol contro media a 3,42 e percentuale di efficienza a 890. Dovrebbe sentirsi un po’ in imbarazzo.

È chiaro che Jordan Binnington, Stuart Skinner e Adin Hill sono molto più avanti di lui. Anche MacKenzie Blackwood viene prima di lui.

Anche Jake Allen lo precede. Sul serio.

Montembeault dovrebbe concentrare tutte le sue energie nel trovare un minimo di coerenza e soddisfare le aspettative della sua squadra, piuttosto che sognare traguardi internazionali.

Puntare a un posto nel Team Canada è quasi come negarlo.

Tocca a lui tornare sulla terra. È ancora sulla luna dei giochi olimpici.

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