La data del 13 novembre riporta alla mente ricordi particolarmente dolorosi per Antoine Griezmann.
La serata del 13 novembre 2015 è impressa nella memoria di tutti. Antoine Griezmann ne ha ricordi particolarmente dolorosi. E le esplosioni sentite mentre era in campo allo Stade de France, dove i Blues ospitavano la Germania, non sono il ricordo più memorabile per l'attaccante francese. Il mâconnais visse una lunga angoscia dopo la partita quando apprese che i terroristi avevano compiuto una serie di attentati nel cuore di Parigi, provocando la morte di 130 persone e quasi 400 feriti.
Mentre i suoi genitori erano sugli spalti dello Stade de France, sua sorella Maud era infatti al Bataclan per assistere al concerto degli Eagles of Death Metal. Un concerto nel mirino dei terroristi che hanno ucciso ben 90 persone tra 1.500 spettatori.
“Sapevo che Maud, un'appassionata di musica, stava assistendo a un concerto a Parigi. Ma non sapevo dove. Ho chiamato mia madre, che era in tribuna con mio padre. Dov'è Maud? ho chiesto. A un concerto di non so chi ma non è al Bataclan, ha risposto sicura. Ho insistito, come se avessi un presentimento: dammi il nome del gruppo… È un gruppo rock, ha risposto mia madre. Anche secco, ho risposto: lo so: so che è il gruppo che suonava al Bataclan, in questo caso gli Eagles of Death Metal”, ha detto nella sua autobiografia Behind the Smile, pubblicata nel 2017.
Antoine Griezmann non ne vuole più parlare
“Ho provato a contattarla. Lei non ha risposto. Ho lasciato messaggi. sono andato sotto la doccia, ha continuato. Ho raggiunto subito i miei genitori nella sala dei giocatori. Mi hanno confermato che mia sorella era al Bataclan, con un'amica. Eravamo molto spaventati. L'ansia era potente. Impossibile sapere se stesse bene. Ha finito per rispondere. Maud parlò a bassa voce. Poi la conversazione si interruppe. Ancora una volta, il suo telefono non rispondeva. A tarda notte ha potuto chiamare mia madre, spiegandole che era uscita dopo l'intervento della polizia. Si è rifugiata in un ristorante, insieme ad altri sopravvissuti, mentre la polizia continuava le operazioni all'interno. Il sollievo fu estremo. Ringrazio quello in alto…”
Maud Griezmann a sua volta ha parlato dei fatti in un documentario dedicato al campione del mondo. Griezmann confidenziale. “Antoine è una persona molto modesta, ha spiegato in particolare. Mi ha detto: “Ecco, ti è successo questo, ne sono consapevole, so che sei una persona forte, andrai avanti”. Ed ecco fatto, da quel giorno non ne abbiamo più parlato. Anche con i miei genitori non è un argomento che abbiamo veramente esplorato, discusso, blaterato, no no. Ne abbiamo parlato una volta, attorno al tavolo, e siamo andati avanti. »