Jorge Sampaoli, allenatore vulcanico al capezzale di uno Stade Rennes spento

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L'allenatore Jorge Sampaoli durante una partita tra Flamengo e Nublense, 24 maggio 2023, a Concepcion (Cile). JAVIER TORRES/AFP

Il 10 marzo 2021, il calcio francese ha incontrato un personaggio raro nella Ligue 1, ma la cui personalità sembrava adattarsi perfettamente all'Olympique de Marsiglia (OM). Dopo una settimana di isolamento – una pandemia legata al Covid-19 obbliga – trascorsa come un leone in gabbia, Jorge Sampaoli ha giocato la sua prima partita di campionato alla guida dell'OM, ​​allo Stade-Vélodrome. Nella sua zona tecnica, l'argentino ha camminato avanti e indietro, incapace di restare fermo, prima di ottenere la vittoria contro lo Stade Rennes (1-0).

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Tre anni e mezzo dopo, il club bretone scoprirà da vicino il tecnico 64enne, il cui carattere eruttivo appare in contrasto con un'istituzione saggia come un'immagine, abituata a restare in riga, a volte troppo. Jorge Sampaoli, che sarà presentato in conferenza stampa martedì 12 novembre alle 13, ha firmato un contratto con lo Stade Rennais fino al 2026. Arnaud Pouille, presidente esecutivo del club per un mese, e Frédéric Massara, suo direttore sportivo, sono all'origine di questa scelta, a dir poco sorprendente, di sostituire Julien Stéphan.

“Abbiamo bisogno della sua energia mobilitante affinché il club possa andare avanti e affrontare la competizione con determinazione”ha spiegato Arnaud Pouille in un comunicato stampa diffuso lunedì dal Rennes. Il pizzico di follia dell'argentino dovrà avere effetto per dare una scossa ad una squadra in difficoltà da diverse settimane: i rossoneri hanno vinto solo una delle ultime sei partite e occupano il 13esimo posto della classifica della Ligue 1, lontani dalla loro posizione Ambizioni europee.

Assistendo alla sconfitta della sua nuova squadra contro il Tolosa (0-2), domenica sugli spalti del Roazhon Park, Jorge Sampaoli ha notato la portata del lavoro che lo attende. La sua sfida sarà riuscire a trasporre il suo metodo molto particolare in un club che generalmente non va oltre gli schemi e che accoglie un allenatore straniero per la prima volta dai tempi del rumeno Laszlo Bölöni (2003-2006).

Esperienze spesso brevi

In passato “El Pelado” (“il calvo”) ha spesso trasportato il suo attaccamento viscerale al calcio in ambienti favorevoli allo scatenamento delle passioni. Alla guida della selezione cilena, ha vinto la Copa América nel 2015 – il suo ultimo trofeo – prima di allenare l'Argentina, diversi club brasiliani, il Sevilla FC e l'OM. La sua ricetta funzionerà nel contesto più tranquillo offerto dalla squadra dell'Ille-et-Vilaine?

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