Licenziamento di Martin St-Louis per Pascal Vincent: la Gazette fa parlare

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La situazione è grave per Martin St-Louis a Montreal.

I sostenitori, sempre più accesi, chiedono la sua partenza, e il nome di Pascal Vincent circola in tutto il Quebec come potenziale sostituto.

Il divario tra i successi del Laval Rocket, guidato da un allenatore esperto e metodico, e i fallimenti dei canadesi sotto la direzione di un allenatore ancora “pipì” nel suo ruolo continua ad alimentare le critiche.

Sui social network i tifosi non esitano più a evidenziare quello che vedono come un evidente squilibrio.

Alcuni paragonano crudelmente l’esperienza di Vincent, che ha vinto partite e forgiato squadre solide in AHL, con quella di St-Louis, un allenatore dilettante alle prese con sistemi difensivi incompresi e strategie senza significato.

“Allo stesso tempo, lo abbiamo riportato alle origini. Un allenatore con vera esperienza vince in un campionato minore. Un allenatore con poca, se non nessuna, esperienza nella NHL ha difficoltà a mettere insieme le vittorie. Secondo me, ma visto che erano il fidanzato tra due cognac, forse si saranno detti…”

Ahi.

L’ironia è pungente: St-Louis, l’ex fuoriclasse, si ritrova incapace di padroneggiare le basi dell’organizzazione di una squadra professionistica.

Da due anni aspettiamo progressi, speriamo in un sistema difensivo efficace, ma tutto resta caotico. E in questo periodo il Razzo accumula vittorie, con i giovani addestrati in un quadro tattico strutturato.

“Uno è un allenatore di carriera, l’altro viene da pipì…”

I fan mettono anche in dubbio le basi stesse del sistema St. Louis. Arpon Basu, noto analista di The Athletic, ha dettagliato le confusioni nella strategia difensiva dei Canadien, descrivendo un piano a zone che né i giocatori né gli osservatori sembrano comprendere.

La zona difensiva è un campo minato, senza una vera coordinazione, mentre Laval brilla per una struttura chiara e risultati incredibili.

“Logan Mailloux ha detto ad Anthony Martineau che non aveva mai giocato con il sistema MSL. Quindi il Rocket e il Rocket non giocherebbero lo stesso sistema difensivo? » chiede il giornalista Maxime Truman.

Esplodono i commenti sui social: il St-Louis sembra perso in un campionato che richiede esperienza e finezza strategica.

Inoltre, la pazienza dei tifosi sta finendo di fronte alle prestazioni anemiche del CH e alle dichiarazioni di un allenatore che preferisce ignorare le critiche.

Il famoso “Perché dovrei ascoltare le critiche di qualcuno a cui non chiederei mai consiglio?” » sembra un goffo tentativo di nascondere l’ovvio: il St-Louis semplicemente non ha la stoffa di un allenatore della NHL.

Il confronto con Vincent è ormai inevitabile. Laddove Vincent ha una visione e risultati concreti, St-Louis sembra navigare come se stesse improvvisando, e la sua frustrazione può essere letta nelle sue decisioni affrettate, nelle sue scelte incoerenti dei giocatori e nella sua incapacità di cambiare il gioco della sua squadra.

La conclusione che emerge è impietosa: il canadese ha bisogno di un allenatore con un vero curriculum per rimettersi sulla strada della vittoria, e Pascal Vincent, con la sua esperienza, la sua capacità di creare un sistema chiaro e il suo talento di allenatore, incarna tutto ciò che St. Louis non lo è.

E’ ora che il canadese tracci una linea e richiami Vincent a Montreal?

Nel peggiore dei casi facciamo uno scambio e mandiamo St-Louis a Laval.

La Gazette, diretta da Brendan Kelly, approva questa idea.

Il giornalista sostiene che, sebbene St-Louis abbia avuto una brillante carriera da giocatore, la sua carriera da allenatore è segnata da difetti e decisioni discutibili.

In due anni e mezzo alla guida dei Canadiens, la squadra è rimasta bloccata nelle profondità della classifica della Atlantic Division.

Questa mancanza di progressi è preoccupante e il giornalista mette in dubbio la sua capacità di aiutare la squadra a progredire nell’ambito di una ricostruzione.

Il St. Louis è stato accusato di aggrapparsi a concetti di gioco inefficaci, in particolare al suo sistema difensivo ibrido, un goffo mix di marcatura individuale e difesa a zona, che regolarmente lasciava i difensori persi e sopraffatti sul ghiaccio.

Nonostante gli evidenti errori difensivi nella partita contro il Seattle Kraken, dove la squadra ha subito un’umiliante sconfitta per 8-2, il St. Louis sembra rifiutarsi di modificare il proprio approccio.

Ciò dimostra una rigidità nel suo pensiero che contrasta con l’immagine dell’allenatore “innovativo” che aspira a incarnare.

La paura di ascoltare le critiche e di modificare il suo approccio è uno dei punti principali che il giornalista critica, aggiungendo che questo atteggiamento potrebbe danneggiare la squadra a lungo termine.

L’articolo cita anche una dichiarazione di St. Louis in cui afferma:

“Perché dovrei ascoltare le critiche di qualcuno a cui non chiederei mai consiglio? »

Questo commento, secondo l’autore, riflette una mentalità arrogante e suggerisce che St. Louis sia poco ricettivo verso le opinioni esterne, anche quando provengono da chi segue da vicino l’hockey.

Questa resistenza alle critiche, che può essere stata un punto di forza durante la sua carriera da giocatore, è qui vista come un handicap nel suo ruolo di allenatore, dove l’ascolto e l’adattamento sono essenziali.

Nella sua analisi, il giornalista paragona il St-Louis ad allenatori più esperti che potrebbero avere il coraggio di fare scelte più drastiche, inclusa la panchina di veterani poco performanti come Josh Anderson, Christian Dvorak e Joel Armia.

La Gazette conclude che il St. Louis dovrebbe forse ripensare il suo stile di allenatore… prima che sia troppo tardi.

Prima che Pascal Vincent… venga a sostituirlo…

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