Il Team New Zealand mantiene la Coppa America a Barcellona, ​​dove la concorrenza ha causato scompiglio

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Le barche del Team New Zealand (a destra) e dell’Ineos Britannia durante la fase finale dell’America’s Cup il 19 ottobre 2024 a Barcellona (Spagna). BERNAT ARMANGUE / AP

Le auto da corsa sul mare volano sopra le onde. Con lo scafo lungo quasi 22 metri sollevato dai foil (una sorta di ala d’acqua), gli AC75 scivolano sull’acqua a quasi 50 nodi (92 km/ora). Al largo del Porto Olimpico di Barcellona, ​​decine di grandi yacht, charter turistici e piccole imbarcazioni trovano posto, scafo dopo scafo dietro le boe che delimitano la zona di gara dei 37e Coppa America, per osservare al meglio le manovre degli avveniristici monoscafi. Nel zone tifosi Installati sulla spiaggia della Barceloneta e del Port Vell, gli schermi giganti permettono agli spettatori di comprendere meglio cosa succede a bordo, a pochi metri dalla costa. Dal 12 ottobre, calcio d’inizio della finale tra sfidante Ineos britannico Britannia e il difensore New Zealander Emirates Team New Zealand, i sostenitori “kiwi” del detentore del titolo sono accorsi lì. Vincitore, sabato 19 ottobre, della nona regata (7-2), il loro equipaggio si è aggiudicato per la terza volta consecutiva la più antica competizione velica internazionale – risale al 1851.

“La Coppa America rappresenta un punto di svolta per Barcellona, ​​il simbolo di una città che si sta riattivando e ritrovando fiducia in se stessa. Ed è stata una buona scusa per trasformare la linea di costa e ricollegare la città al mare”aveva accolto tre giorni prima il socialista Jaume Collboni, sindaco della città catalana.

Prima di ospitare la competizione, il Porto Olimpico è stato ristrutturato, ristrutturato e modernizzato. Costruito per le Olimpiadi del 1992, era diventato un quartiere notturno frequentato da turisti alcolizzati, degradato, poco raccomandabile e trascurato dai barcellonesi. I locali affacciati sulle banchine sono ora riservati alle società della “blue economy”, legate al mare è stato ristrutturato ed è stata aperta una nuova area gastronomica. La diga è stata rinforzata e accompagnata da nuove strutture di protezione sommerse, per tenere conto della violenza delle tempeste e dei cambiamenti climatici, promuovendo al contempo la rigenerazione dei fondali marini. L’ampio parcheggio è stato trasformato in piazza pubblica. Sono state installate pergole ombreggianti e coperte da pannelli solari e lì vengono organizzate mostre. “Vogliamo che i barcellonesi si riprendano questo posto”riassume Olga Cerezo, direttrice del Porto Olimpico. La trasformazione, completata al 60% e costata già quasi 60 milioni di euro, è stata accolta favorevolmente dai residenti.

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