i paradossi di Benjamin Bourigeaud

i paradossi di Benjamin Bourigeaud
i paradossi di Benjamin Bourigeaud
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In questa stagione, Benjamin Bourigeaud ha già battuto il suo record di gol in carriera (15), e ha anche firmato dieci assist, il tutto in 42 partite in tutte le competizioni. È molto vicino alla sua migliore prestazione statistica, che risale alla stagione 2021-2022: 12 gol e 16 assist in 48 partite.

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Centrocampista più decisivo d’Europa, il numero 14 dello Stade Rennais non ha ancora dato la migliore impressione visiva in questa stagione, per quanto riguarda le sue prestazioni in partita e l’influenza che può aver avuto sullo schieramento collettivo della sua squadra. Un’osservazione sotto forma di paradosso che condivide.

“Non ho filtri per analizzare le mie prestazioni, sono obiettivo con me stesso, perché sono uno che lavora duro ogni giorno (sic). In una carriera ci sono fasi che a volte sono più difficili di altre. Questa è la prima volta che vivo un periodo così psicologicamente complicato. Ci sono stati momenti difficili. Ma non mi sono mai arreso. E poi quello che fa la mia statistica, nonostante le difficoltà, è che mi do per il collettivo. »

“Le statistiche sono una ricompensa”

“Le mie prestazioni a volte possono essere meno buone, posso essere meno influente, ma non mi arrendo e continuo a dare il massimo, anche se le persone possono avere rimpianti per le mie prestazioni. Tutto quello che voglio è non avere rimpianti per il mio investimento. Oggi mi rimetto in carreggiata e penso che le statistiche mi facciano molto bene in questo senso.

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È diventata anche un’abitudine nutrirmi di questa efficienza, del fatto di fare gol o di fare il passante. Anche se la performance non si ottiene solo attraverso le statistiche. Ma ovviamente, quando ti nutri di questo da diversi anni, vuoi sempre essere decisivo. Ciò dimostra che sei influente e che anche la tua squadra segna gol!

Voglio sempre fare meglio delle stagioni precedenti, sono super esigente con me stesso e penso che sia questo che porta anche ad essere decisivo. Ma non mi pongo obiettivi numerici. L’ho fatto una volta, poco dopo l’esordio con il Rennes: mi aveva talmente inquinato la mente da voler essere sempre decisivo, che non mi sentivo realizzato nella partita.

Ho sempre detto che attraverso le mie stragi sul campo sarò ricompensato per i miei sforzi. Ecco come evolvo a livello calcistico. Le statistiche sono una ricompensa, anche per gli attaccanti: guarda Arnaud Kalimuendo per esempio! »

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