Sébastien Reichenbach avrebbe dovuto dire addio al Ciclismo professionistico durante il Giro di Lombardia, davanti alla sua famiglia e ai suoi tifosi. Ma un infortunio ha costretto il 35enne scalatore vallesano a rinunciare alla partenza.
Una lieve caduta in allenamento e la frattura della clavicola hanno anticipato di qualche giorno il suo annunciato ritiro. “Mi sono detto ‘beh, basta, la mia carriera finisce con questo infortunio’. Non c’era stress“, spiega Reichenbach.
Felice nel suo ruolo di membro della squadra
Il Martignerain ha trascorso dodici stagioni tra i professionisti. Ha gareggiato quattro volte al Tour de France, quattro volte al Giro d’Italia e una volta al Giro di Spagna. È stato spesso vicino ai migliori ma non si è regalato una vittoria significativa. Una scelta scontata, quella di essere membro di una squadra piuttosto che leader. “Per prima cosa ho cercato di avere io stesso un ruolo protetto“, ricorda.”Ho subito capito che era un ruolo che richiedeva troppo carisma e troppe responsabilità. Non mi è piaciuto affatto. Quando sono riuscito a mettermi nei panni di compagno di squadra con un grande leader, ho potuto raggiungere il mio livello migliore e divertirmi davvero.“
Un compagno di squadra modello, la cui uscita discreta dal gruppo in definitiva corrisponde bene al personaggio. Reichenbach potrà guarire senza pressioni, senza preoccuparsi delle ripercussioni di questo stop forzato prima della linea predefinita, al termine di una stagione durante la quale ha potuto assaporare ogni attimo. Ora non gli resta che abbracciare una nuova vita, senza rimpianti, senza paura, ma senza dubbio con un pizzico di nostalgia.
RTSsport
Soggetto: Fabienne Vallet, Frédéric Delaloye, Raynald Bussien e Christophe Cerf