La voce c'era ed è confermata. I potenziali acquirenti potranno farsi avanti da lunedì. I 6.500 dipendenti vogliono sapere in quali mani cadranno.
Pubblicato il 18/11/2024 07:55
Aggiornato il 18/11/2024 07:59
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“Idee geniali”, slogan I negozi GIFI non guadagnano più. Duro colpo per il fondatore dell'azienda nel 1981 a Villeneuve-sur-Lot (Lot-et-Garonne), Philippe Ginestet – 27e fortune de France – che darà le sue iniziali al marchio: GI per Ginestet, FI per Philippe. Philippe Ginest è l'azionista di maggioranza attraverso una struttura familiare e il 5% è detenuto dal personale. La banca d'investimento Lazard ha il compito di trovare un acquirente. I candidati potranno presentare domanda da lunedì 18 novembre.
GIFI conta 6.500 dipendenti distribuiti in 700 punti vendita e una presenza internazionale. L'azienda non si è ripresa da un gigantesco fallimento informatico che l'ha colpita nel 2023. Guasto legato a un cambiamento nel software interno. Abbastanza da far perdere la testa a qualunque bravo direttore finanziario. Il sistema informativo interno sequestrato ha fatto sì che i dati sul campo (vendite nei negozi) non potessero più essere riportati correttamente alla sede centrale. Una filiera che sta andando in tilt con le conseguenze di scarsi rifornimenti dai magazzini, perdita di fatturato, e quindi di profitti… fornitori pagati a caso e avviate procedure legali.
Si vede chiaramente la spirale infernale, ma i problemi informatici sono stati risolti e le scorte sono state ricostituite per le vacanze di fine anno 2024. L'azienda si trova in una nicchia promettente con i suoi prodotti a prezzi bassi in un momento di acquisto a metà albero. Resta il fatto che il suo futuro non è più nelle mani del suo fondatore, Philippe Ginestet, detto GiFi, che ha 70 anni. In quali mani cadrà il marchio? Un colosso della distribuzione come Carrefour? Uno specialista dell'hard discount? Un destocker? Oggi circa 6.500 dipendenti vogliono sapere in quali mani cadranno.