COLLOQUIO. Stade Toulousain-Harlequins: “Due stanze, due atmosfere tra le due metà!” Ugo Mola fa il resoconto della semifinale

COLLOQUIO. Stade Toulousain-Harlequins: “Due stanze, due atmosfere tra le due metà!” Ugo Mola fa il resoconto della semifinale
COLLOQUIO. Stade Toulousain-Harlequins: “Due stanze, due atmosfere tra le due metà!” Ugo Mola fa il resoconto della semifinale
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l’essenziale
I rugbisti del Tolosa si sono qualificati per la finale di Coppa dei Campioni questa domenica 5 maggio dominando gli Harlequins inglesi allo Stadium (38-26). Atmosfera, soddisfazioni, rimostranze… Il tecnico rossonero racconta le sue sensazioni sulla prestazione dei suoi uomini.

Ugo Mola, puoi descrivere le sensazioni che hai provato?

Penso che nel complesso abbiamo controllato il nostro primo tempo e rientrare dagli spogliatoi è un po’ complicato per noi. Viviamo molte situazioni offensive, non teniamo più la palla tra le mani, qualche uscita porta a palloni abbastanza facili, qualche contrasto mancato quando non c’è un grosso pericolo e, dietro a ciò, ripristina una dinamica positiva per gli Harlequins e permette loro di rientrare in partita. La gara di Dorian Aldegheri è più che importante perché abbiamo una meta d’anticipo che ci permette di uscire da questa situazione. Dietro c’è il cartellino giallo su Antoine che finisce per fargli male visto che perdono il loro tallonatore, uno dei migliori contendenti della loro squadra e così riusciamo a mettere un po’ le mani sulla palla. Ma è un secondo tempo non necessariamente controllato e merito anche della qualità della squadra avversaria. Eravamo tutti un po’ fermi sui 47 punti che avevamo segnato all’andata, diremo che ne abbiamo segnati 6 in meno (9, ndr) ma abbiamo preso qualcosa in più. E a questo livello non dobbiamo lasciare troppe munizioni per strada e forse è mancata l’alternanza nel nostro rugby.

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Cosa pensi della prestazione dei tuoi giocatori nel primo tempo in campo?

Ci sono ancora due stanze, due atmosfere tra le due metà. Ma credo che anche le squadre abbiano il diritto di adattarsi e ci siamo isolati un po’ facilmente in situazioni un po’ favorevoli. Avevo la sensazione che volessimo gestire più che giocare e che, francamente, non sappiamo come fare. Quindi questa è una piccola lezione per il futuro.

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Come hai vissuto l’atmosfera allo Stadium?

Fin dall’inizio della stagione avevamo verificato la possibilità, – facendo il lavoro parlando un po’ volgarmente perché fino a prova contraria non andiamo in miniera, – di dare appuntamento ai nostri tifosi per un’eventuale semifinale. . Nel frattempo dovevamo ancora battere buone squadre, a cominciare da Racing ed Exeter. Ma è bello aver potuto fare questo piccolo regalo perché sinceramente questi sono momenti importanti per la società. Anche se siamo tra quelli che hanno l’opportunità di sperimentare parecchio, non è mai niente giocare una semifinale in casa e soprattutto in questa sede e con questo pubblico, quindi grazie ancora a tutti i nostri sostenitori, grazie al giocatori che hanno fatto quello che era necessario per esserci e poi non neghiamo il piacere di giocare una finale di Coppa dei Campioni tra tre settimane.

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Prima della partita hai parlato di scelte forti nella composizione della squadra. Puoi tornare sulla scelta di fondare Thibaud Flament?

Il problema è che il rugby non si gioca con 18 o 20 giocatori e ad un certo punto, quando ho la fortuna di avere a disposizione giocatori del genere, è sempre un mal di testa, un mal di cuore, è anche la prestazione che prevale, la strategia. Si vedeva che non ne eri convinto ma ti ho parlato di questo finale di gara che probabilmente si preannuncia complicato e quindi della necessità di avere in campo leader di gioco degni di questo nome, capaci di mantenere il loro rango e Penso che sia stato abbastanza favorevole. In particolare il ritorno di Thomas (Ramos), la prima linea nel suo insieme e ovviamente quella di Richie Arnold. Si sa, quando un allenatore inizia la stagione, vuole sempre creare la sua squadra tipo, ma questo non esiste. Quello che esiste è un bel gruppo e un ottimo gruppo. Ho la fortuna di avere un ottimo gruppo, spero che avremo l’opportunità di dimostrarlo, magari con un’altra formazione per la finale di Coppa dei Campioni come quella, che ti darà tre settimane per pensare (sorride).

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E che dire di Thibaud Flament?

Thibaud, quando è così, è di livello mondiale. Non c’è alcuna preoccupazione sulle qualità del ragazzo. Poi sappiamo anche che è un giocatore di grande impatto perché ha dimostrato, soprattutto nel 2021, di essere capace di darci questa capacità di cambiare il corso delle partite. Manny Meafou lo ha fatto a suo tempo. E’ delicato, tutti vogliono iniziare una partita e soprattutto una finale di Coppa dei Campioni ma dovremo fare delle scelte, spiegarle e adottare questa strategia. Credo che al contrario abbiamo un allenatore che in termini di strategia di scelta della squadra è un maestro in materia, come Nienaber (Leinster, campione del mondo in autunno con i Boks, ndr) che durante il Mondiale ha osato provare cose diverse squadre in ciascuna delle sue composizioni dai quarti alla finale. Quindi trarremo ispirazione dai migliori (sorride).

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