Il Real Madrid si laurea campione di Spagna dopo la sconfitta dell’FC Barcelona a Girona (4-2)

Il Real Madrid si laurea campione di Spagna dopo la sconfitta dell’FC Barcelona a Girona (4-2)
Il Real Madrid si laurea campione di Spagna dopo la sconfitta dell’FC Barcelona a Girona (4-2)
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Intrattabile, il Real Madrid ha vinto sabato il suo 36esimo titolo di campionato spagnolo, davanti al suo grande rivale, l’FC Barcelona, ​​e alla sorpresa catalana del Girona, al termine di una stagione straordinariamente solida.

Il Real Madrid ha vinto sabato il suo 36esimo titolo spagnolo dopo aver sconfitto il suo grande rivale, l’FC Barcelona, ​​a Girona (4-2) nel derby catalano, al termine di una stagione straordinariamente solida. A quattro giornate dalla fine del campionato, il colosso spagnolo ha 13 punti di vantaggio sul Girona, il suo nuovo vice-campione, con solo 12 punti da raccogliere, ed è quindi matematicamente campione.

Ecco i cinque fattori chiave di questo nuovo successo del colosso spagnolo.

Superstar di Bellingham

Nessuno, né a Madrid né a Stourbridge, alle porte di Birmingham, si aspettava che il centrocampista inglese potesse avere un simile impatto nel miglior club del mondo, a soli 20 anni. Il Golden Boy britannico si è comunque affermato come l’uomo provvidenziale della Casa Bianca, compensando – almeno a livello statistico – la partenza di Karim Benzema per l’Arabia Saudita. In un sistema costruito attorno a lui, il trequartista si trasformò in marcatore, segnando 10 gol nelle prime 10 partite di campionato, per diventare il nuovo idolo del Santiago Bernabéu, che cantò in gloria la hit dei Beatles “Hey Jude” ciascuno dei suoi obiettivi. Anche se ha rallentato un po’ nella seconda metà della stagione, Bellingham è di gran lunga il miglior marcatore del Merengue in questa stagione con 18 gol in campionato, la maggior parte nei momenti chiave (doppietta all’andata e gol al ritorno contro FC Barcelona, ​​doppietta contro il Girona, gol decisivi nel recupero).

La capitolazione del Barça

Il FC Barcelona, ​​​​campione in carica, credeva all’inizio della stagione di poter sconfiggere il suo grande rivale, ma i suoi difetti e la mancanza di coerenza si sono rivelati costosi.
Delusi dalla loro difesa, fino ad allora solida come una roccia e in gran parte responsabile della loro incoronazione nel 2023 – la prima dopo la partenza di Lionel Messi – i catalani non sono stati in grado di seguire il ritmo infernale dei madrileni, che hanno subito solo una sconfitta su tutti. stagione, contro l’Atlético in ottobre (3-1). Il Barça ha trovato nuova linfa dopo l’annuncio della partenza a fine stagione di Xavi Hernandez a fine gennaio, ma era troppo poco, troppo tardi per sperare di raggiungere il Real Madrid.

Mente d’acciaio

“Per vincere un campionato, le partite non puoi vincerle, non puoi perderle”ha riassunto il mese scorso l’allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti.
Senza pietà per il”piccolo“, e intransigente nei grandi eventi, la sua squadra ha trovato ancora una volta le risorse per uscire da certe situazioni mal intraprese, spesso grazie al talento individuale di Bellingham, Vinicius o Rodrygo.

Gli uomini di Ancelotti hanno dato due prove di forza battendo il Girona 3-0 a settembre, poi 4-0 a febbraio, mentre il piccolo club catalano è riuscito fin dall’inizio della stagione a tenere il passo del gigante madrileno. Dominate all’andata e al ritorno dal Barça nel Clasico, le Merengues hanno ribaltato ogni volta la situazione e hanno vinto nei minuti di recupero grazie a Bellingham (2-1, 3-2). Anche quando sembravano essere in una giornata storta, sono riusciti almeno a pareggiare, come a Valencia (2-2) o contro il Betis Siviglia (1-1).

Difesa robusta

Il Real deve in parte la sua incoronazione alla sua difesa, la migliore della Liga, mentre è stato privato di uno o più titolari per tutta la stagione (Eder Militao, Alaba…). Il tedesco Antonio Rudiger ha alzato il livello e ha tenuto la casa, mentre il terzino destro Dani Carvajal è senza dubbio nella migliore forma della sua carriera. Il centrocampista francese Aurélien Tchouameni si è spostato senza problemi in difesa quando necessario, insieme a Ferland Mendy, ancora una volta indistruttibile sulla sinistra.

Le scelte di Ancelotti

Esperto nella gestione degli ego, Carlo Ancelotti lo ha fatto in modo impeccabile adottando un nuovo sistema 4-4-2 per evidenziare Bellingham dietro le frecce brasiliane Vinicius e Rodrygo. Ha mantenuto la fiducia nei suoi due attaccanti anche nelle fasi brutte, ed è sempre stato attento a preservare l’equilibrio nello spogliatoio, spiegando con sistematicità le sue scelte. Il tecnico italiano è riuscito a favorire l’emergere dei suoi giovani talenti (Bellingham, Camavinga, Tchouaméni…) coinvolgendo al momento opportuno le sue stelle ormai invecchiate (Modric, Nacho, Vasquez…).

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