Makélélé perde la pazienza a causa di un ex Stéphanois

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Dopo sole tre partite sulla panchina dell’Asteras Tripolis, Claude Makélélé ha deciso di lasciare il club greco, deluso dall’ingerenza della dirigenza nelle sue scelte tattiche. Uno dei principali punti di attrito: l’utilizzo di un ex attaccante dell’AS Saint-Étienne, che i dirigenti si sono rifiutati di vedere in campo a causa della sua situazione contrattuale.

Makélélé, che si è unito ad Asteras con la promessa di controllare la squadra, ha parlato senza mezzi termini: “Mi avevano promesso il pieno controllo della squadra. Ero io a dover decidere chi giocava o non giocava, anche se i trasferimenti non erano di mia competenza”.ha confidato in un’intervista a London World. Tuttavia, questi impegni furono presto traditi. Durante la vittoria per 3-1 contro l’Atene Kallithea, la dirigenza dell’Asteras ha chiesto che Bile, che non aveva ancora firmato un prolungamento del contratto, rimanesse in panchina.

Makélélé si rifiutò di conformarsi a queste direttive. “Questo giocatore ha un piccolo stipendio da dilettante, ma è il miglior giocatore della squadra. L’ho preso per venti minuti, ha fatto due assist e abbiamo vinto la partita”.ha spiegato. Nonostante questa prestazione decisiva, la dirigenza ha insistito nel voler licenziare Bile, sostenendo che il suo status contrattuale non giustificava il suo tempo di gioco. “Pensavano di poter controllare se giocasse o meno con il pretesto che non aveva firmato un nuovo contratto con il club”ha continuato Makélélé, sottolineando l’assurdità della situazione.

“Conoscono il nome Makélélé, ma non conoscono l’essere umano”

Quest’ultimo episodio è la goccia che fa traboccare il vaso per l’ex nazionale francese, che preferisce chiudere la sua avventura in Grecia: “Amo il mio lavoro, ma non posso accettare che le persone si intromettano e mi dicano cosa posso o non posso fare.”ha dichiarato. Per Makélélé il calcio va oltre le semplici considerazioni contrattuali: “Il calcio riguarda gli esseri umani, la connessione, la conoscenza tattica, le abilità tecniche, individualmente e collettivamente. Usiamo i dati, ovviamente, ma il calcio è molto più di questo”.

Il caso di Darnell Bile, formatosi all’ASSE, è rivelatore di cosa sia oggi il calcio moderno, diviso tra considerazioni sportive ed economiche. A Saint-Étienne, Bile aveva già rifiutato di firmare un contratto professionale, cosa che fece precipitare la sua partenza e finalmente approdò in Grecia. Anche la sua permanenza all’ASSE è stata segnata da polemiche, in particolare a causa di un gesto violento durante un torneo giovanile. Nonostante questa personalità, Bile è pieno di talento, come ricorda Makélélé, che difese con le unghie e con i denti la sua scelta di utilizzarlo: “L’ho usato per la sua qualità”ha insistito, rifiutandosi di lasciare che considerazioni finanziarie dettassero le sue scelte.

Claude Makélélé lascia l’Asteras Tripolis con una convinzione rafforzata: il calcio, per lui, resta soprattutto una questione di principi e di onestà nei confronti dei giocatori. “Conoscono il nome Makélélé, ma non conoscono l’essere umano”ha dichiarato, sottolineando il divario tra la sua reputazione di giocatore leggendario e la sua visione profondamente umana del calcio.

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