Si apre una nuova era nel mondo del Formula 1 con l’annuncio del Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) di un inasprimento senza precedenti delle sanzioni riguardanti il comportamento dei piloti.
Sanzioni finanziarie drastiche
Il nuovo regolamento 2024 prevede una scala di sanzioni particolarmente severa. Per una lacuna nella prima lingua o un comportamento ritenuto inappropriato i piloti dovranno pagare una multa di 40.000 euro. La banconota sale a 80mila euro in caso di recidiva, con sospensione della patente di un mese.
La minaccia di togliere punti in campionato
La terza infrazione sarà ancora più dolorosa: 120mila euro di multa, sospensione netta di un mese e – inedita – sottrazione di punti in campionato. Un provvedimento che potrebbe avere importanti ricadute sulla classifica finale.
Maggiore controllo sulle dichiarazioni pubbliche
La FIA estende la propria autorità anche alle dichiarazioni critiche nei confronti dell’istituzione. Qualsiasi punto ritenuto pregiudizievole per la Federazione o per i suoi dirigenti sarà punito secondo la stessa scala. Saranno pesantemente sanzionate anche le assenze alle cerimonie protocollo, con multe fino a 135mila euro e divieti di accesso alle aree riservate.
Reazioni contrastanti nel paddock
Questa nuova politica divide il mondo della F1. Se alcuni lo vedono come un attacco alla libertà di espressione, altri ritengono che fosse necessario inquadrare maggiormente i comportamenti. I piloti, tramite la loro associazione (GPDA), tacciono per il momento su questi provvedimenti.
Un impatto sullo spettacolo?
Sorge la questione dell’impatto di queste restrizioni sull’autenticità e sulla spontaneità dei piloti. In uno sport in cui l’adrenalina e le emozioni sono onnipresenti, queste nuove regole potrebbero modificare in modo significativo la comunicazione dei piloti con i media e i tifosi.
Resta aperto il dibattito sulla proporzionalità di tali sanzioni e sulla loro reale efficacia. L’anno 2024 sarà decisivo per valutare l’impatto di queste misure sull’atmosfera generale del campionato e sul rapporto tra i piloti e l’organo di governo.
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