Papa Francesco ha chiesto sabato, in occasione del Giubileo della comunicazione, la liberazione di tutti i giornalisti “ingiustamente imprigionati”, in un discorso che ha tenuto ai partecipanti ma che non ha pronunciato.
Ha ricordato innanzitutto “tutti coloro che sono in carcere semplicemente per essere stati fedeli alla professione di giornalista, fotografo, videografo, per aver voluto andare a vedere con i propri occhi e per aver cercato di riportare ciò che hanno visto”.
Poi il Papa argentino ha lanciato il suo appello: «in questo Anno Santo, in questo Giubileo del mondo della comunicazione, chiedo a chi detiene il potere di garantire che tutti i giornalisti ingiustamente imprigionati vengano rilasciati».
Francesco ha anche assicurato che «la libertà dei giornalisti aumenta la libertà di tutti noi. La loro libertà è la libertà di ciascuno di noi”.
“Chiedo, come ho fatto in molte occasioni e come hanno fatto i miei predecessori prima di me, che siano difese e tutelate la libertà di stampa e la libertà di esprimere il proprio pensiero, nonché il diritto fondamentale ad “essere informato”, continuò il papa.
Per il Sommo Pontefice “un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenze, di esperienze e di virtù che va preservato e promosso. Senza questo rischiamo di non distinguere più la verità dalla menzogna”.
Papa Francesco ha deplorato anche la morte di “tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita in questo anno, uno dei più mortali per i giornalisti”.
Già il giorno prima aveva denunciato un’era segnata “dalla disinformazione e dalla polarizzazione, in cui pochi centri di potere controllano una massa di dati e informazioni senza precedenti”, in un contesto di controversia sul ruolo dei social network.
pubblicato il 25 gennaio alle 13:21, AFP
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