Il mondo agricolo si mobilita contro il lupo

Il mondo agricolo si mobilita contro il lupo
Il mondo agricolo si mobilita contro il lupo
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Su appello degli allevatori vittime del lupo, è prevista una mobilitazione mercoledì 15 gennaio alle 13:30 davanti alla prefettura dell’Alta Marna.

Allevatore di Ravennefontaines, Jean-Baptiste Brutel è stato recentemente vittima di un attacco di lupi contro le sue pecore. Gli allevatori sono esasperati da questi ripetuti omicidi e questi ultimi lanciano un appello alla mobilitazione davanti alla prefettura dell’Alta Marna, a Chaumont, questo mercoledì 15 gennaio alle 13,30

I giovani agricoltori, la Federazione dipartimentale dei sindacati degli agricoltori e la Federazione dei produttori di latte rilanciano questo appello e denunciano “l’immobilità delle politiche europee e nazionali di fronte alla minaccia del lupo”. Nel loro comunicato stampa di sostegno, i sindacati agricoli denunciano: “Il lupo è nell’ovile: 110 pecore uccise in due settimane! Nell’Alta Marna, 80 pecore furono massacrate e 30 nei Vosgi in sole due settimane. Questa situazione è insostenibile. Chiediamo all’amministrazione di assumersi subito le proprie responsabilità. Gli allevatori non possono più attendere misure che tardano ad arrivare. »

Chiedono: misure forti contro i lupi devianti; l’attuazione di mezzi concreti per proteggere le aziende zootecniche e i territori; salvaguardare i sistemi pastorali.

Il grido dal cuore di Jean-Baptiste Brutel

L’allevatore spiega quanto è esasperato e spiega i motivi per cui lancia questo appello alla mobilitazione.

“Abbiamo deciso di organizzare un pomeriggio di mobilitazione: mercoledì 15 gennaio davanti alla prefettura per mostrare all’amministrazione che la politica di iperprotezione di questo predatore che applicano alla lettera da anni è ben calda dietro un computer, sta demoralizzando i nostri allevatori (sia giovani che anziani) e polverizzando letteralmente il futuro del nostro allevamento pastorale.

Le mie parole sono forti, ma è la realtà. Un’azienda agricola, un allevamento, una mandria, non si può gestire giorno per giorno, non smette di vivere alle 16,30 di sera per ricominciare la mattina alle 8,30 È un lavoro di tanti anni vedere più generazioni in alcune aziende agricole realizzare un sistema virtuoso che funzioni. Per poterci lanciare per il futuro, ma resistere già a quelli attuali, abbiamo assolutamente bisogno di visibilità su un futuro dignitoso. Un futuro che porti gli allevatori affermati e i ragazzi che lo sognano a voler progettare, semplicemente a immaginarsi vivere del proprio lavoro in serenità come tanti, andando a vedere i propri animali senza quel maledetto buco nello stomaco, quello che inizia nel la mattina quando apriamo gli occhi e se ne va, nel cuore della notte quando la stanchezza ha finalmente il sopravvento sulle preoccupazioni. (…) Sono troppo sensibile? Non hai un carattere abbastanza forte per gestire una cosa del genere? forse dopotutto… Ho la profonda sensazione che nella nostra amministrazione le persone abbiano raggiunto lo stesso livello di sensibilità e indifferenza dei computer che usano ogni giorno.

Allevamento pastorale in pericolo

Voi, individui di ogni professione, pensionati, padri e madri di famiglia che avete avuto il tempo di congratularvi con noi sul ciglio di una strada, per il ritorno delle pecore nelle pianure di cereali grazie al pascolo della copertura vegetale, o semplicemente durante una incontrandosi per dirci “è bello vedere i giovani ancora motivati ​​dall’allevamento”. Ebbene sappiate che la pastorizia è in pericolo, sì, e lo siamo anche noi!

Verso un paesaggio senza vita?

Quando l’allevatore perde la visione del futuro, qualche tempo dopo la mandria non esiste più; più negli edifici, più nei prati, più nelle coperture consociate. La mandria francese se ne va da anni, senza che nessuno si muova, il latte, la carne, le mucche, le pecore… Tutti questi animali lasciano le vostre campagne per lasciare un vuoto, un paesaggio senza vita. Mercoledì ovviamente sarò presente alla mobilitazione, ma ho già avvertito, da parte mia non sarà la lotta della mia vita, so bene cosa stanno vivendo i nostri colleghi in montagna e il disastro da anni. anni lì, che stiamo cercando di far crollare un muro con le pinzette.

Lasciate stare l’amministrazione, non mi avrà sulle spalle per settimane, il mio obiettivo era semplicemente quello di allertare, mostrare ai nostri vicini, rappresentanti, leader politici, amministrazione territoriale e concittadini che ciò che stiamo vivendo non è sostenibile e che davanti a noi abbiamo l’ufficio dell’indifferenza. Questo stesso ufficio che organizzerà tra qualche anno degli incontri con Powerpoint dal titolo “Come riportare l’allevamento nell’Alta Marna” o “Promuovere l’insediamento della pastorizia”. Lettori, sappiate che sono i vostri soldi che finanziano oggi l’ideologia della protezione del lupo (34 milioni di euro nel 2021 e non diminuiscono…), sono i vostri soldi che finanziano la distruzione dell’allevamento che vedete a destra e a manca. lasciati quando sarete sulle strade dell’Alta Marna, Ma saranno anche soldi vostri che l’Ufficio dell’Indifferenza verrà a raccogliere per rilanciare l’allevamento pastorale quando non esisterà più (se verrà rilanciato). Non intendo creare un buzz, non sono qui nemmeno per imporre il mio punto di vista, il mio obiettivo era solo allertare, perché è anche nostro dovere avvisare, noi che siamo sul campo, che conviviamo con le cose, avvisare che stiamo gradualmente perdendo pastoralità dell’allevamento (e anche dell’allevamento in tutte le sue forme) e che è grazie ad esso che si mantengono e si valorizzano i paesaggi prativi delle nostre campagne, quelli che ti piace osservare mentre cammini. Da parte mia la decisione è presa, hanno vinto. Se non si interviene, ciò si tradurrà, a più o meno lungo termine, nella totale cessazione dell’allevamento. Il nostro gregge è partito da zero nel 2019, costruzione di un ovile, recinzioni in rete… poi 6 anni di lavoro, 6 anni di monitoraggio, sabato e domenica compresi, come non affezionarsi? come possiamo essere insensibili alla sofferenza dei nostri animali? Non sono abbastanza forte per vivere nemmeno il 10% di quello che vivono i nostri colleghi in montagna, e non ho ancora abbastanza passione per lasciarmi alle spalle la salute. Dietro ogni allevamento c’è un allevatore e una vita familiare, quella, il lupo non me la porterà via! »

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